Avevamo dato la notizia della morte di Rahed al-Hom, "decano" degli artificieri di Gaza che rischiano la vita come e forse addirittura più di ogni militante della Resistenza per cercare di proteggere la popolazione civile dal pericolo degli ordigni sionisti inesplosi.
Adesso però siamo lieti di annunciare che i suoi allievi e collaboratori stanno onorando la sua memoria trovando, rimuovendo e neutralizzando centinaia e centinaia di bombe, missili e proiettili inesplosi piovuti sulla Striscia litoranea nel corso delle cinque settimane di scontro armato col regime ebraico.
Ben cinque tonnellate di materiale bellico recuperato da Rafah e Khan Younis sono state interrate in una zona desolata poco fuori da quest'ultima cittadina e fatte brillare con successo sotto la supervisione di Imad al-Amasi, nuovo Direttore della Divisione Ingegneria Esplosivi del Ministero degli Interni.
Amasi ha dichiarato che nonostante questo brillante risultato c'é ancora molto lavoro da fare; il problema degli ordigni inesplosi é molto pressante a Gaza, che subisce non solo le violentissime aggressioni stile "Piombo Fuso" o le successive operazioni del 2012 o quella estiva recente, ma anche uno stillicidio di bombardamenti "minori" (a cui nessun mezzo di comunicazione occidentale dà mai risalto, creando la fallace impressione che siano i Palestinesi ad 'attaccare' i sionisti coi loro razzi) durante tutti gli intervalli di tempo tra una guerra e l'altra.
Anche a distanza di anni dalle aggressioni maggiori si riportano notizie di civili della Striscia feriti, mutilati o uccisi da bombe rimaste a lungo sepolte senza aver perso niente del loro potenziale letale.
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