La voce ha scatenato reazioni scomposte e di panico tra la popolazione curda della provincia, che ha temuto di trovarsi improvvisamente sulla linea del fuoco.
Si sono avuti episodi di frenesia e di corsa all'accaparramento di beni primari, specialmente di carburante, che già scarseggia da settimane a causa della 'stretta doganale' imposta da Irak (e anche da Iran e Turchia) come reazione al tentato 'referendum indipendentista' sfociato nel niente.
Vediamo qui una folla di Curdi che dà letteralmente l'assalto a un distributore.
Tuttavia a stretto giro, il Comando Congiunto irakeno (vedi foto in apertura) ha comunicato che nessuna operazione militare contro Kirkuk e dintorni é in atto o é in fase di preparazione.‘Fuel Panic’ in Kurdistan as Barzani fails to manage fuel supplies despite 950k bpd oil stolen from #Kirkik#Iraq pic.twitter.com/X8YM8ca4M7— 🇮🇶Iraq Live Update (@IraqLiveUpdate) October 13, 2017
I curdi non hanno nessunissimo diritto a pretese di alcun tipo sulla città di Kirkuk, riguardanti l'inclusione della città in un eventuale Stato curdo "indipendente", nessuno. Sono solo interessi petroliferi, visto che a Kirkuk vi è il più grande giacimento petrolifero dell'Iraq. I peshmer(da)ga devono solggiare dalla città, che deve tornare sotto la sovranità dello Stato centrale di Baghdad.
RispondiEliminaIpoteticamente, ma è solo un ipotesi, può anche essere che questa dichiarazione dell'Agence France Presse su un imminente massiccia operazione militare a Kirkuk contro i peshmer(da)ga curdi, con a stretto giro la smentita ufficiale, sia stata un operazione di guerra psicologica del Governo irakeno; magari in coordinamento con Teheran e i turchi.