lunedì 29 novembre 2010

Analisi del discorso di Nasrallah pronunciato il 28 novembre 2010



Rinforzato dai recenti sviluppi della politica interna libanese come la dichiarazione congiunta di fedeltà da parte dei due leader cristiani alleati col suo movimento, dalle dichiarazioni anti-israeliane e anti-tribunale speciale rilasciate dal Primo Ministro Sa'ad Hariri, dallo "smarcamento" sempre più netto dal carrozzone filo-imperialista del leader druso Walid Jumblatt e dalla presa di posizione pro-libanese del premier turco Recep Erdogan il leader politico del movimento di Resistenza sciita Hassan Nasrallah ha recentemente rivolto ai suoi seguaci, simpatizzanti ed elettori un articolato messaggio nel quale ha fatto il punto della situazione e ha stabilito le linee generali di condotta degli hizbullahim per il prossimo futuro.

L'occasione per la performance oratoria di Nasrallah é stata fornita dalla cerimonia di congratulazioni con i 2946 studenti universitari della comunità sciita che hanno completato i loro percorsi accademici, tenutasi nel Centro Shouhada, nei quartieri meridionali di Beirut. Nasrallah, dopo aver reso i dovuti onori ai neo-laureati e aver rivolto il pensiero ai loro compagni di corsi e di studi che hanno trovato la morte nell'aggressione militare israeliana di quattro anni fa ha rivolto la sua attenzione al cosiddetto "affaire" delle intercettazioni israeliane, al Tribunale speciale per il Libano e al preteso ritiro israeliano dalla parte settentrionale del villaggio di Ghajar.

Telecomunicazioni e intercettazioni

Nasrallah ha reso omaggio ai tecnici Hizbullahim e agli esperti del Genio telecomunicazioni dell'Esercito nazionale che, con la loro cooperazione, hanno smascherato e smantellato la rete sionista di spionaggio e intercettazione; l'unione delle forze della Resistenza e dell'armata libanese ha negato all'aggressore di ieri un importantissimo "asso nella manica", la cui assenza potrebbe pesare parecchio nella decisione israeliana di lanciare nuovamente un attacco al Paese dei cedri.

Tribunale speciale per il Libano

Il vero fulcro del discorso di Nasrallah, che ha elevato critiche precise e puntuali all'organismo internazionale:

-Innanzitutto il capo politico di Hezbollah ha fatto notare come nessun tribunale internazionale, finora, abbia mai condotto processi "in absentia", come si proporrebbe di fare invece quello incaricato di indagare dulla morte di Rafik Hariri.

-Altrettanto balzana e inaudita sarebbe la pretesa, da parte del Tribunale speciale, di accettare testimonianze senza rivelare l'identità di chi le rende; procedura in stridente contrasto con tutte le giurisprudenze esistenti.

-In terzo luogo Nasrallah ha criticato l'intenzione del Tribunale di registrare testimonianze scritte senza che l'estensore delle stesse debba apparire in aula.

A questo punto Nasrallah ha preso di petto il "convitato di pietra" nella questione del Tribunale speciale, cioé Israele, dicendo: "Questo Tribunale che riceve continuamente "imbeccate" israeliane e conduce l'inchiesta nella maniera più tortuosa e meno trasparente possibile nella speranza di condurla a una soluzione che piaccia e dia soddisfazione a Israele ha mai prestato attenzione agli indizi, alle evidenze presentate da Hezbollah, che fanno risultare verosimile, se non addirittura probabile una 'pista israeliana' nell'omicidio di cinque anni fa?"

Il leader sciita ha sottolineato l'intrinseco rischio di una "strategia attendista" che tenda ad aspettare il rilascio del verdetto tribunalizio per poi "giocare di rovescio" contro di esso: "Per allora", ha chiosato "il momento opportuno per agire potrebbe essere già sfumato, meglio una reazione affrettata in anticipo che una ponderata in ritardo".

"Ritiro" israeliano da Ghajar

Su questo punto Nasrallah é stato conciso e molto netto: il preteso ritiro israeliano dalla fascia nord del villaggio é solo un diversivo, mentre gli ufficiali sionisti contrattano con i rappresentanti ONU e libanesi sul villaggio di Ghajar i loro complici in Cisgiordania annettono terra Palestinese, costruiscono colonie, distruggono uliveti, frutteti, villaggi e moschee.

Israele darebbe un segnale molto più incoraggiante se si ritirasse dalla totalità di Ghajar, non soltanto dalla sua parte libanese, con autorità ONU e -temporaneamente- libanese anche sul settore siriano, in attesa che il legittimo controllo di Damasco su di esso possa venire ristabilito nel quadro di una generale risoluzione dell'annosa questione del Golan.

Concludendo la sua orazione Nasrallah ha riassunto le tre tematiche sotto un'unica prospettiva: le forze dell'imperialismo e dell'oppressione vorrebbero un Medio Oriente senza oppositori, senza Resistenza, un Medio Oriente dove la loro parola sia legge e i loro desideri siano ordini; per questo esse si accaniscono tanto contro l'Hezbollah e contro il movimento Hamas, non indietreggiando nemmeno di fronte ai crimini più sfacciati e alle iniquità più mostruose, come l'assedio di Gaza e l'abbordaggio di navi disarmate in alto mare, ma i loro piani e i loro complotti sono destinati a venire rovinati e sconvolti.

Già nel 1996 i tiranni del mondo e i loro servitori e lacché si riunirono a Sharm El Sheikh per "dichiarare guerra" a Hezbollah, ad Hamas e al Jihad Islamico, dissero che eravamo 'terroristi', stabilirono un concilio di "esperti" per trovare modi di combatterci e annientarci...quattordici anni sono passati, la Resistenza é viva e più forte che mai, pronta alle sfide e alle battaglie del futuro.

2 commenti:

  1. "eravamo": ma tu in quale di questi gruppi ti riconosci: Hezbollah, Jihad o Hamas? Ti confesso che i movimenti politici sopra citati mi spaventano un po', in quanto occidentale.
    Ma capisco anche che imporre un modello di secolarismo occidentale per legge, come nei goffi e razzisti tentativi in Francia (e più di recente in Danimarca) è sbagliato e controproducente. Così anche accreditare Fatah contro Hamas perché più "laica" mi sembra un errore grossolano.
    Io mi auguro che un domani le donne musulmane in Afghanistan e nel resto della ummah possano scegliere di portare o no il velo, in accordo con i loro uomini e la società. Ma trovo ridicolo che si sia usata questa come giustificazione ad un intervento di colonizzazione violenta, come è avvenuto in quel paese. Gli Afghani devono poter scegliere da soli.
    Stessa cosa per Israele e la Palestina. Chi dice che Israele va sostenuto in quanto sarebbe una democrazia, senza citare l'apartheid di fatto e i raid etnici a Gaza, o è malinformato o è in mala fede.

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  2. Il periodo a cui tu ti riferisci è un "direct quote" di Hassan Nasrallah.

    Comunque la redazione di Palaestina Felix si riconosce pienamente -dal punto di vista politico- nelle posizioni dell'Hezbollah e di Hamas; non tanto in quelle del Jihad Islamico, movimento su cui abbiamo delle riserve.

    Per quanto riguarda il portare o meno il velo e il seguire o meno i dettami del credo musulmano: sono fatti dei musulmani, pur sapendo di dare uno shock a certi 'occidentalisti' che panglossianamente pensano di vivere nel miglior mondo possibile dobbiamo rimarcare che le posizioni di laicità liberale all'Europea nella società civile dei paesi arabi, maghrebini e medio-orientali sono pressoché sconosciute, anzi, i musulmani esercitano i loro diritti umani e la loro libertà di scelta decidendo liberamente di vivere secondo i dettami del loro credo.
    Chi pensa che bombardare villaggi coi droni predator e tenere in sella tiranni corrotti come Karzai porterà illuminismo e laicità nel centro dell'Asia andrà incontro a cocentissime delusioni.

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