mercoledì 27 ottobre 2010
I fascisti del Kach istigano con la loro marcia scontri fra Palestinesi e polizia
Come anticipato dal nostro recente articolo in inglese la progettata marcia provocatoria voluta dall'ultradestra israeliana (e prontamente concessa dalle autorità di polizia ormai palesemente colluse con i settori più virulenti del razzismo sionista) si è tenuta oggi nella comunità di Umm-el-Fahm, abitata da oltre quarantamila cittadini israeliani di etnia Palestinese.
Scortati da oltre 2500 poliziotti in perfetta tenuta di combattimeno la sparutissima rappresentanza di ultrà sionisti (meno di cento persone...c'erano più di 25 agenti per manifestante!) ha attraversato le strade della cittadina araba agitando freneticamente vessilli biancocelesti e scandendo a pieni polmoni slogan insultanti e razzisti che inneggiavano alla figura del "rabbino" Meir Kahane, che più di trent'anni fa sosteneva le ragioni della persecuzione e della "pulizia etnica" dei Palestinesi.
Alla fine del carosello, accompagnati sui pulmini blindati i pochi dimostranti fascio-sionisti, le forze di polizia israeliane si sono rivolte contro la folla Palestinese che si era radunata per protestare contro i marciatori e la loro scorta, iniziando immediatamente a bersagliarla con granate lacrimogene e proiettili di gomma.
Gli scontri coi Palestinesi, prolungatisi per un paio d'ore, si sono conclusi con il ferimento di diverse dozzine di vittime e il rapimento di alcune, "colpevoli" di avere cercato di difendere le proprie strade e le proprie famiglie dall'incursione armata degli estremisti e dei poliziotti. Durante gli stessi la parlamentare della Knesset Haneen Zoabi, rappresentante politico degli abitanti arabi di Israele é stata colpita due volte da proiettili di gomma.
"Mi hanno riconosciuto e hanno iniziato a tirarmi addosso", ha dichiarato la Zoabi una volta condotta al sicuro dalla violenza delle forze sioniste; le sue parole non hanno motivo di essere esagerate, visto che la rappresentante della Camera divenne alquanto famosa per aver preso parte questa primavera alla spedizione di soccorso diretta verso Gaza che venne abbordata in alto mare e affrontata armi in pugno dai commando di Israele, con un atto di vera e propria pirateria internazionale che costò diciannove vittime fra gli attivisti umanitari.
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