venerdì 29 ottobre 2010
Il Muro dell'Apartheid israeliano é costruito interamente su terra rubata ai Palestinesi
Il "Muro dell'Apartheid", l'infame struttura con la quale Israele va perfezionando giorno dopo giorno la sua opera di metamorfosi in un terrificante 'melange' di tutti i più odiosi regimi del secolo scorso, secondo uno studio recentemente pubblicato dalla Lega Araba, insiste pressoché totalmente su terreno illegalmente confiscato ai Palestinesi.
Circa 3500 chilometri quadrati attorno a Qalqilyah sarebbero stati sottratti ai loro legittimi proprietari dalla costruzione della mostruosa barriera di separazione, il cui tracciato, inoltre, lungi dal seguire un percorso rettilineo, si insinua a circoscrivere e "cantonizzare" ben precisi appezzamenti di terreno, su cui i sionisti hanno evidentemente messo gli occhi e si ripromettono prima o poi di occupare con qualche colonia di fondamentalisti ebrei.
"La costruzione del Muro dell'Apartheid", recita il rapporto della Lega Araba, "si inserisce nel quadro delle politiche israeliane volte a limitare la libertà di movimento e di lavoro dei cittadini Palestinesi: obiettivo perseguito attraverso l'installazione di oltre 565 posti di blocco militare".
A questi posti di blocco "permanenti" bisogna aggiungere trecento e passa "barriere mobili" che il comando dell'esercito sionista sposta quotidianamente lungo tutte le terre illegalmente occupate in Cisgiordania, con il preciso scopo di rendere impossibile la vita ai residenti Palestinesi, ostacolandone il tragitto verso la scuola, il luogo di lavoro, i campi coltivati.
Il tracciato del muro, continua la relazione, rivela di seguire quello proposto dopo la Guerra dei Sei Giorni col cosiddetto "Piano Allon", che proponeva di isolare la regione di Al-Aghwar e controllare così le fertili terre del Giordano e il bacino del Mar Morto, tagliando fuori la vallata e la città di Gerico dal resto della Cisgiordania.
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