domenica 31 ottobre 2010
Studenti americani mettono la sordina alla propaganda sionista
Lo scorso 20 ottobre due membri delle forze armate dello stato ebraico, veterani del brutale ''pogrom'' militare scatenato contro il territorio di Gaza oltre venti mesi fa, sono stati invitati a tenere una conferenza di propaganda all'Università del Michigan da qualche gruppuscolo della canea filoisraeliana collegata alla lobby pro-Israele che tanto potere sa muovere negli Stati Uniti.
Gli studenti del campus, tuttavia, non hanno preso di buon grado questo evento, che trattava come "graditi ospiti" in quello che dovrebbe essere un tempio della conoscenza due criminali di guerra assassini di donne e bambini e, nonostante tutto il denaro e il potere della lobby sionista, sono riusciti a trasformare la "conferenza" dei due militari in uno straordinario e pognante evento a favore della lotta e dei diritti dei Palestinesi, utilizzando solo delle magliette rosse, dei fogli fotocopiati e dei rotoli di nastro adesivo.
Ognuno di loro sotto una felpa con la zip ha indossato una maglietta rossa come il sangue versato dei Palestinesi innocenti, appiccicando sopra di essa un foglio con nome e cognome di una vittima civile del pogrom di Tsahal, accompagnato dalla parola "SILENCED", dopodiché, a un dato punto della "conferenza" mentre il 'rambo' con la stella di Davide stava vomitando su di loro le sue maldestre menzogne, tutti quanti si sono tolti le felpe, mettendo l'assassino di fronte ai nomi delle sue vittime, e tappandosi la bocca con una striscia di nastro adesivo.
Dopo due minuti di imbarazzato silenzio, in cui il militare non sapeva letteralmente che pesci pigliare, tutti gli studenti hanno abbandonato l'aula, lasciandolo libero di continuare la sua concione a beneficio dei muri, della lavagna e del videoproiettore.
Una volta usciti nel giardino gli studenti hanno tenuto una loro "contro-conferenza" sui crimini di Israele, l'influenza della lobby sionista e il valore dell'attivismo anche individuale nel diffondere la coscienza dei crimini di Israele e delle ragioni dei Palestinesi.
Oggi come negli anni '60 i campus universitari usa sono fra i più importanti bastioni di pensiero libero e critico in una società piagata da un preoccupante tasso di conformità e disinformazione; forse per questo assume un senso particolarmente sinistro la notizia che rappresentanti della lobby filosionista collegati all'AIPAC e ad altre organizzazioni ebraiche stanno premendo per far catalogare tutti gli eventi pro-Palestinesi come "discriminatori" in relazione ai regolamenti anti-bullismo e anti-harassment in vigore nelle scuole e nelle università.
Tale tentativo, che tradisce il senso dei regolamenti per farli diventare essi stessi discriminatori e strumenti di harassment, dimostra quanto ipocrita e duplice sappia essere la lobby filo-israeliana, nel suo ripetuto tentativo di catalogare come "antisemita" chiunque si opponga alle politiche criminali di uno stato razzista e guerrafondaio (quindi anche i tutt'altro che rari ebrei anti-sionisti).
guarda un pò queste manifestazioni dei tuoi fratelli musulmani
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=u8G_VWXmsxE
Sig. Bario, non ci risulta di avere mai condiviso risotti o minestre con lei, quindi se decide di rivolgersi alla nostra redazione, lo faccia rispettando le distanze...quanto poi a cliccare i suoi link, che da bravo analfabeta della rete non é nemmeno in grado di embeddare, abbiamo modi molto più costruttivi di passare il nostro tempo...proprio adesso mi ricordo che c'é una parete imbiancata di fresco che voglio vedere asciugarsi...:-)
RispondiEliminain attesa che la parete si asciughi potrebbe dare un occhiata al video classico esempio di tolleranza musulmana
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=u8G_VWXmsxE
Ancora non ha imparato a embeddare i link? Si vede che le hanno installato internet ieri!
RispondiEliminaQui non parliamo di "tolleranza musulmana" qui si parla dei criminali sionisti e dei suoi cani da riporto ( USA francia e Inghilterra), il fatto che alcuni musulmani sono degli animali non ci piove ma non stiamo parlando di questo
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