lunedì 8 novembre 2010
Fatah é ormai la gendarmeria indigena di Israele, Abbas é il suo kapò
Sciumbasci Ascari, Bachi-Bozouk, Meharisti; nell'epoca passata degli imperi coloniali così erano definiti quegl "indigeni" armati ed addestrati dai padroni europei a diventare guardiani e oppressori dei loro stessi compatrioti. Adesso, a quasi di sei anni dalla morte di Yasser Arafat, il dizionarietto del collaborazionismo si sta arricchendo di un nuovo termine, che vivendo il vincitore di Karameh mai ci si sarebbe aspettati di vedere inserito in una simile lista: Fatah.
In un suo recente articolo il giornalista palestinese Khalid Amayreh denuncia il processo di "israelizzazione" della fazione palestinese che controlla la Cisgiordania, divenendo sempre più la "gendarmeria indigena" dello stato sionista e sempre meno una forza a cui gli abitanti dei territori occupati possano guardare con niente più che disprezzo e pena.
"Cercando di mascherare la sua manifesta bancarotta politica e morale Fatah, sotto la gelatinosa leadership dell'ex presidente dell'Anp Mahmoud Abbas (ultimo detentore di un titolo il cui mandato è scaduto da oltre venti mesi e per il quale non si programma alcun rinnovo tramite elezioni, per evitare che la popolazione elegga un candidato di Hamas), vivacchia cercando di ottenere l'approvazione dei suoi foraggiatori statunitensi e sauditi agitando lo spauracchio iraniano".
Nelle ultime settimane Fatah si é lasciata andare a regolari stigmatizzazioni della Repubblica di Teheran e della sua pretesa "ingerenza" nelle questioni palestinesi, tralasciando di notare come piuttosto sia l'ipocrisia e la falsita di Tel Aviv ad avere affossato il "dialogo bilaterale" (durante il quale l'espansione delle colonie illegali in Cisgiordania continua a buon ritmo e senza alcuna interruzione).
Dalla propaganda di Fatah sembrerebbe che sia l'Iran e non Israele a voler demolire la moschea di Al-Aqsa, a voler sfrattare tutti i Palestinesi arabi e cristiani da Gerusalemme, a chiudere gli occhi di fronte alle aggressioni e alle devastazioni di fondamentalisti ebrei dell'ultradestra o ad assediare Gaza programmando scientemente la scarsità o l'esaurimento di vari beni e servizi essenziali per gli abitanti della Striscia.
Del resto, come tutte le scimmie addestrate, Abbas fa quello che vede fare al suo bwana bianco Benjamin Netanyahu: come 'Bibi', seduto su un arsenale atomico ricco di oltre duecento testate nucleari cerca di spaventare l'Occidente puntando il dito contro la "possibilità" che senza fonti di uranio non monitorate in qualche modo Ahmadinejad riesca ad arricchire in qualche modo isotopi sufficienti a una bomba, così il capo di Fatah sposta l'attenzione sull'Iran in modo che Israele possa continuare indisturbato nei suoi soprusi e nelle sue violente vessazioni.
@Bario: ma non hai nulla da fare nella vita al punto da venire a fare il confutatore perenne di questo blog? Se non ti piace questo blog, vattene su Informazione Corretta, quella sì che "vera informazione".
RispondiEliminaOttimo articolo, che dice solo cose evidenti, piaccia o meno Fatah è strumento di opposizione alla liberazione della Palestina dallo stato terrorista e guerrafondaio di Israele.
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