lunedì 22 novembre 2010
Il Governo palestinese lotta per proteggere le rovine del monastero di Sant'Ilario
Il monastero di Sant'Ilario si trova nella Striscia di Gaza, a circa 15 Chilometri dalla città omonima e a tre dal campo rifugiati di Nusseirat. E' distante meno di 500 metri in linea d'aria dalla costa e sorge su una collinetta di 22 metri sul livello del mare. Esso risale al 329 dopo cristo, anno in cui, di ritorno dall'Egitto, ove si era convertito al cristianesimo e aveva studiato sotto Sant'Antonio Abate il futuro Sant'Ilario era tornato in patria, al villaggio di Tabatha, nella parte meridionale della Striscia.
Il monastero, oggi, consiste di diversi resti di strutture semi- o totalmente interrate (sepolcro, fonte battesimale, cimitero pubblico, sala delle udienze), piedi di colonne e altri basamenti; purtroppo nulla é restato del suo sviluppo verticale, ma costituisce comunque un interessante sito archeologico e una preziosissima testimonianza storica del cristianesimo delle origini. In special modo i sarcofagi dei primi monaci, abbisognano di urgenti interventi di restauro.
Il Ministero del Turismo del legittimo Governo palestinese (locato a Gaza dopo il tentativo di Colpo di Stato di Fatah) sta rapidamente prendendo provvedimenti per mettere in sicurezza e preservare il sito, ma l'assedio israeliano alla Striscia di Gaza rende difficoltoso, se non impossibile, il reperimento dei materiali adatti per condurre scavi ricognitivi e proteggere gli oggetti e le strutture più delicate. Pur tra mille impedimenti i tecnici mobilitati dal Ministero hanno intrapreso il difficile compito, consci della necessità di difendere questa preziosa testimianza del passato.
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