mercoledì 12 gennaio 2011
Arrestare l'esodo cristiano da Gerusalemme, anche così si combatte la "pulizia etnica" voluta da Israele
Il vescovo palestinese William Shomali ha dichiarato all'Agenzia France Presse l'intenzione di coinvolgere la propria comunità nella costruzione di 72 unità abitative a Beit Safafa, come "argine" all'esodo di Arabi cristiani da Gerusalemme e zone limitrofe, causato dalle politiche di persecuzione dello Stato israeliano: "Vogliamo costruire 72 unità abitative, per otto delle quali abbiamo già i permessi edilizi e i lavori sono sul punto di cominciare; ogni casa costerà circa duecentomila Euro e alla fine il nostro progetto coprirà un'area di centodiecimila metri quadrati".
Ci sono circa diecimila cristiani nella zona di Gerusalemme, quasi tutti di etnia araba; negli ultimi anni essi, insieme coi loro compatrioti di fede musulmana, sono stati vittime della brutale politica di persecuzione dello Stato sionista, che mira a "giudaizzare" Gerusalemme in un goffo e violento tentativo di negarne la storia di cosmopolitismo e tolleranza che l'ha contraddistinta attraverso i secoli.
In seguito a tali politiche oltre ottomila cristiani hanno dovuto lasciare le loro case e le loro terre; "Se Israele riuscisse a eliminare del tutto la presenza arabo-cristiana dalla Palestina" dice il dottor Hana Issa, "Riuscirebbe a presentare all'opinione pubblica mondiale l'immagine della sua 'pulizia etnica' come una sorta di crociata anti-musulmana, che spera verrebbe facilmente tollerata dal pubblico occidentale".
Padre Firas Hijazeen, del Monastero Latino di Gerusalemme, é riuscito a far trasferire sessantotto famiglie cristiane in nuovi alloggi in Gerusalemme, evitando il pericolo che andassero a infoltire le file della diaspora. "L'Istituto francescano per la Protezione della Terra Santa lavora sotto gli auspici del Monastero Latino per sostenere la nuova comunità di Beit Fajil, che provvede case per neosposi, per famiglie disagiate e colpite da disabilità".
Hijazeen ha annunciato inoltre che esiste un progetto per recuperare e restaurare mille appartamenti gerosolimitani da assegnare a nuovi inquilini cristiani, un'ulteriore barriera contro l'esodo. Un cristiano che già ha beneficiato di una misura simile, Samir Houdali, é raggiante: "Prima pagavo quasi tremila shekel al mese (circa 600 Euro) per una casa che non mi piaceva, adesso, per soli 1300 shekel mensili (280 Euro), la mia famiglia ha un appartamento di 130 metri quadrati".
Il vescovo Shomali, concludendo, ammette che la sicurezza abitativa non é che metà dell'equazione: "Bisogna fare in modo che i cristiani abbiano lavori sicuri in grado di mantenerli e di far crescere le loro famiglie; da sole le istituzioni religiose non possono fare tutto, ma speriamo che cooperando con le Autorità palestinesi si riesca a risolvere anche questo problema, intanto, anche i soli lavori di costruzione e ristrutturazione edilizia stanno comunque creando un certo numero di posti di lavoro per la nostra comunità".
fin che toccano le altri,il mondo resta in silenzio ma quando toccano cristiano si mormora e si parla,non dimenticate se moino i cristiani in medio oriente e grazie alla collaborazione dell occidente e finanziamento ad israele,se l occidente si sente cristiano perche lascia cacciare i ctistiani dalla palestina per conto di israele?forse non ce piu religione che ci tieni davanti a l intressi economici,solo in egytto se alzata la voce ma contro israele tutto tacce anche davanti ai cristiani,santo padre il papa se credi che sei importante e rapresenti i cristiani alza la voce e dai ordini ai tui cristiani quinvolti nelle tragedie e crimini nel medioriente di cessare le violenze ed abondonare ogni popolazione al suo destino e credo,cosi possiamo credere che non sei quinvolta pure lei e il vaticano.
RispondiEliminaCaro Anonimo, dopo aver letto e analizzato il tuo messaggio non possiamo che dirci d'accordo coi concetti che hai espresso e articolato...certo, la forma e l'ortografia del tuo messaggio sono migliorabili, ma ti ringraziamo di avere voluto arricchire questo spazio con i tuoi pensieri e i tuoi spunti di riflessione, speriamo che tornerai a visitarci e a leggerci, magari lasciandoci altri commenti,
RispondiEliminaa presto!
La Redazione di "Palaestina Felix".