mercoledì 26 gennaio 2011
Hamas reagisce al "Fatahgate": sdegno e rabbia contro i traditori della Palestina
Sostenitori di Hamas si sono riuniti a Gaza per esprimere la loro disapprovazione e la loro rabbia nei confronti della dirigenza della fazione Fatah (che controlla la Cisgiordania col beneplacito delle potenze occidentali e di Israele) che, come rivelato dalla massiccia "release" di documenti effettuata da Al-Jazeera, hanno a più riprese cercato di ingraziarsi il favore dello Stato ebraico offrendo come 'merce di scambio' -tra le altre cose- la quasi totalità di Gerusalemme Est e il Diritto al Ritorno dei Palestinesi della Diaspora.
Il Movimento musulmano di Resistenza é rimasto letteralmente scioccato dalle rivelazioni filtrate sul conto della dirigenza di Fatah; in passato (nel 2006) Hamas aveva autorizzato l'OLP (l'organizzazione-ombrello dei gruppi palestinesi, egemonizzata da Abbas e dai suoi uomini) a condurre in porto una trattativa con Israele che avrebbe dovuto essere conclusa nel termine della legislatura, "Alla luce di quanto esposto finora quell'accordo non é più valido e non verrà più ripreso o rinnaovato, perché i negoziatori si sono dimostrati inaffidabili e duplici. Non riconosceremo mai più Fatah e non la riterremo più rappresentativa di chicchessia", così si é espresso in merito Khalil al-Hayya (sopra), membro del Politburo di Hamas.
Sami Abu Zuhri (sopra), portavoce ufficiale del Movimento, ha invece concentrato le proprie dichiarazioni sulle questioni della "cooperazione" di Fatah con le forze di occupazione dello Stato ebraico, cooperazione che si é spinta fino al tentativo di omicidio di Hassan al-Madhoun, combattente della Resistenza, "commissionato" ai collaborazionisti palestinesi da Shaul Mofaz nel 2005. "I documenti dimostrano come Fatah ormai sia un alleato o un burattino di Israele, come ne porti avanti gli scopi e gli obiettivi, il popolo palestinese deve trarne le conseguenze e trattare Fatah e i suoi rappresentanti di conseguenza".
Intervistato dal quotidiano britannico "The Guardian" il capo del Dipartimento Relazioni internazionali di Hamas, Ousama Hamdan (sotto), ha dichiarato, fra le altre cose, che le rivelazioni, per quanto scioccanti, sono soltanto la naturale e logica conseguenza dell'iniqua e parziale base di partenza dei cosiddetti "Accordi di Oslo", a partire dai quali alla 'parte palestinese' non sono mai state servite 'carte' da giocare al tavolo della trattativa, ma semplicemente un ripido e scivoloso piano inclinato al termine del quale non c'era altro che la resa abietta e incondizionata, l'unico risultato che avrebbe mai soddisfatto i sionisti israeliani e internazionali.
"Come risposta alle notizie emerse" ha concluso Hamdan "Hamas ha dato il via a una serie di confronti e discussioni con rappresentanti delle più diverse fazioni palestinesi, e anche con alcuni individui autorevoli, per discutere di adeguate reazioni, che saranno concertate fra tutte le parti in gioco, al fine di proteggere la Causa nazionale palestinese e isolare e mettere coloro che si sono dimostrati fin troppo pronti a tradirla in condizione di non nuocerle ulteriormente".
Mi sono permesso di mettere un link a questo blog dal mio.
RispondiEliminaStai facendo un lavoro prezioso, complimenti e grazie!
Da leggere:
RispondiEliminaSchiene rotte, ganci e catene. Le celle segrete di Abu Mazen
Scritto da: Davide Frattini alle 09:40
Sul Corriere di oggi.
Mr. Martinez, non sappiamo come esprimerle tutto l'orgoglio, il piacere e la soddisfazione che abbiamo provato vedendoci citati sul suo blog e leggendo le sue righe di apprezzamento,
RispondiEliminacontinui a leggerci, cercheremo di dimostrarci ancora ed ancora degni della sua attenzione,
sinceramente,
la Redazione di "Palaestina Felix".