lunedì 3 gennaio 2011
Intervista esclusiva con Ousama Hamdan, dirigente di Hamas (3)
Paraipan: Come sono le relazioni di Hamas con l'Egitto e l'Arabia Saudita?
Hamdan: Non esaltanti, ma esiste del potenziale verso tutti e due. Gli Egiziani sanno che gli interessi della Resistenza palestinese per la maggior parte coincidono coi loro interessi nazionali. Ovviamente non ci mettiamo a dire loro quel che dovrebbero fare, ma se si decidessero a intraprendere certe misure i primi a sentirne i benefici sarebbero certamente loro. Chi li potrebbe biasimare, a quel punto? Israele? Gli Occidentali?
Poniamo per esempio che venga aperto il varco di confine di Rafah, che conseguenze potrebbero esserci?
Paraipan: Forse il Governo egiziano vede Hamas come una minaccia alla sua sicurezza...
Hamdan: Minaccia? E come? Che esercito, che aviazione ha Hamas da muovere contro l'Egitto? Che razza di potere può esercitare Hamas, dai suoi 360 chilometri quadri di Palestina per impensierire uno stato che copre un milione e mezzo di chilometri quadrati e ha quasi ottanta milioni di abitanti?
Rafah venne aperto alla fine del 2007, settecentomila Palestinesi attraversarono il varco, andarono in Egitto, fecero spese e provviste e tornarono tutti, quindi non c'é neanche da temere una specie di "esodo"...
Paraipan: E coi sauditi?
Hamdan: I sauditi hanno un loro stile particolare di crearsi contatti politici, la relazione che esiste fra loro e Hamas non é una che pienamente ci soddisfi, ma proprio per questo vale la pena di impegnarsi a migliorarla: sono circondati da molte sfide, e subiscono una costante pressione da parte di Washington, ma sono sinceri nel loro sostegno alla Palestina, anche se devono sempre tenere d'occhio il quadro regionale e internazionale, cercando di mantenere un equilibrio.
Paraipan: e la Turchia? E' coinvolta come gli Stati arabi?
Hamdan: No, o meglio, non ancora. Tocca a loro farsi avanti e prendersi un ruolo maggiore, col quale verrà però anche una maggiore responsabilità; sembra che siano interessati e li incoraggiamo a farlo, ma comunque non pretendiamo di imporgli nulla che non siano già pronti a fare, sarebbe controproducente.
Paraipan: Com'é la siturazione economica a Gaza? E quella finanziaria?
Hamdan: Facile a dirsi, per il novanta per cento l'attività economica di Gaza é stata soffocata, estinta.
Paraipan: Considera questo come un fallimento di Hamas?
Hamdan: Scherza? Lo considero come un successo, perché c'é il dieci per cento che ancora funziona...forse lei non ha presenti gli effetti dell'assedio israeliano...sotto di esso mantenere anche un decimo della capacità economica della Striscia é una vittoria sfolgorante, si figuri che in Cisgiordania, sotto il controllo di Fatah, il settanta per cento dell'economia non funziona...il settanta per cento! E certo loro non hanno un assedio in corso. In Cisgiordania gira un sacco di denaro, ma sono gli aiuti internazionali...arrivano, cambiano un po' di mani, ma non vengono messi a frutto, non creano niente, aumentano solo la corruzione e il gioco delle parti fra i vari dignitari di Fatah che ne controllano il flusso e l'assegnazione.
Paraipan: E' sperabile che l'assedio finisca prima o poi; che succederà allora? Avete un piano di sviluppo economico?
Hamdan: Certo, lo può leggere sul nostro programma: Hamas punta a creare una struttura economica e finanziaria autonoma, in grado di dare lavoro e reddito ai Palestinesi senza dover stare con la mano tesa verso Washington, l'Europa o Israele.
Vi sono molte possibilità di esportazione, verso le regioni confinanti e più oltre, é da queste opportunità che dobbiamo ripartire.
Paraipan: Se l'Autorità palestinese raggiungesse un accordo purchessia con Israele, il risultato sarebbe uno Stato semi-indipendente in Cisgiordania. Hamas riterrebbe questo risultato positivo o negativo?
Hamdan: Hamas vuole uno Stato palestinese totalmente indipendente. Non 'quasi-' o 'semi-', indipendente, punto. Tuttavia, se da un processo come lei lo descrive venisse fuori un'entità Palestinese in grado di gestire autonomamente dei propri rapporti diplomatici (cosa di cui dubito fortemente), é ovvio che Hamas dovrà interfacciarsi con essa, in qualche modo.
Paraipan: Crede che un processo di graduale confederazione fra una realtà ebraica e una palestinese abbia qualche speranza di successo? Non dico ora, ma fra venti o trent'anni.
Hamdan: Io, e molti all'interno di Hamas, credono che quando gli Israeliani o i loro alleati fanno aleggiare queste formulette in aria in realtà pensino a una cosa ben precisa: a un prolungamento del regime di occupazione che non preveda lo stress, i costi e la cattiva pubblicità del regime di occupazione...un accordo (come quello che hanno in parte raggiungo con Fatah), in base al quale trovano qualcuno disposto a fare molto (o tutto) il lavoro sporco per loro. Bé, mi lasci dire che Hamas non permetterà mai una simile impostura.
Israele vuole continuare a tenerci circondati da mura, letteralmente e metaforicamente, vogliono comprarsi una gendarmeria palestinese coi soldi dell'Europa e di Washington, ecco il genere di "indipendenza" che vorrebbero per i Palestinesi, l'indipendenza di perseguitarsi a vicenda, mentre loro se ne stanno sdraiati nei loro insediamenti a prendere il sole e qualcuno guarda i loro recinti e lavora nei loro campi e nei loro frutteti.
Paraipan: Crede che Abu Mazen potrebbe firmare un simile accordo?
Hamdan: Abu Mazen ha dovuto togliere suo nipote dalla scuola privata che frequentava in Palestina e mandarlo in una scuola giordana perché gli altri studenti lo tormentavano e lo insultavano dicendogli che suo nonno é il cameriere degli americani e degli israeliani, come pensa che una figura così screditata possa prendere una decisione a nome del popolo palestinese?
Tutto il processo delle trattative é iniquo e sbilanciato a salvaguardia degli interessi israeliani...Arafat diceva che era come spogliarsi, e spogliarsi, fino a rimanere coperti solo da una foglia di ciliegio, e poi vedere gli israeliani che volevano portargli via anche quella, pezzetto dopo pezzetto.
Bisogna avere il coraggio di chiamare quest'impostura col suo nome e rifiutare di prendervi ulteriormente parte, che cosa abbiamo da perdere? Il sostegno internazionale? E quando mai ci é servito? Quando mai ci é stato utile? La comunità internazionale é permanentemente schierata a favore di Israele; é più comodo stare col prepotente. Sono diciassette anni che i Palestinesi negoziano, che cosa hanno ottenuto?
Paraipan: E se Damasco firmasse un accordo di pace con Israele? Che reazione ci sarebbe da parte di Hamas? Riconoscerebbe Israele?
Hamdan: Questa é una domanda stimolante. Lasci che le dica una cosa...perché esiste il problema dell'instabilità in Medio Oriente? Perché esiste Israele, e Israele occupa terre palestinesi...allora...perché Israele insiste, e si accalora così tanto per avere "il riconoscimento" dei Palestinesi, soprattutto di Hamas? Perché spera, ottenendolo mentre lui ancora occupa le nostre terre, di ottenere un implicito riconoscimento del fatto compiuto...bene, noi di Hamas non ci stiamo, non riconosceremo mai l'occupazione della terra del nostro popolo.
Paraipan: Immagini per un attimo che gli Stati arabi, tutti gli Stati arabi, si convincano che devono scegliere se stare con Israele o con l'Iran...per chi sceglierebbero?
Hamdan: Questa é un'idea ridicola...quali sarebbero i benefici nello "scegliere" Israele? Buoni rapporti? Alleanza? Rispetto? Israele é incapace di rispettare uno Stato arabo, qualunque esso sia...Israele non sa avere alleati, vuole solo sottoposti, guardate in trent'anni come hanno trattato l'Egitto...si sono mai comportati come alleati dell'Egitto?
Paraipan: E se invece Iran e Israele iniziassero a collaborare? Gli Stati arabi potrebbero trovarsi schiacciati tra due potenze regionali.
Hamdan: Israele? Collaborare? Forse non mi é stata a sentire poc'anzi...Israele non collabora nemmeno con gli Stati Uniti, che sono una superpotenza affermata. E poi mi dovrebbe dare almeno una parvenza di giustificazione per questo ipotizzato "miracolo" di alleanza o cooperazione israelo-iraniana. No, anche se separati da una considerevole distanza geografica non credo che l'arena mediorientale sia abbastanza spaziosa per due "potenze emergenti"...ne resterà solo una...e mi lasci dire che Israele non é posizionato benissimo...se proprio dovessi...come seconda potenza emergente potrei vedere la Turchia...ha buoni agganci in Irak e Siria, é ben disposta verso i Palestinesi ed é un ponte fra Europa e Asia...se fossi iraniano cercherei sicuramente una sponda in Turchia piuttosto che arzigogolare un'impossibile 'cooperazione' con lo Stato ebraico.
Ed é per questo che Israele é così preoccupato e parla giorno e notte di "bombardare" l'Iran...come se un attacco aereo potesse magicamente fare sparire l'Iran e i suoi milioni di abitanti...i sionisti sentono che l'Iran ha le carte in regola per diventare la potenza mediorientale preminente, soprattutto in associazione con la Turchia e forse con uno o due stati arabi (Siria? Libano?).
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