Si sta creando un nuovo Medio Oriente, nel quale i partiti politici a ispirazione musulmana, con buona pace dei fallaci occidentalisti, delle biliose prefiche delle crociate neoconservatrici, degli "zio tom" d'occasione alla Magdi Allam, avranno una rilevanza e un peso sempre maggiore.
"I recenti eventi nella regione dimostrano che i popoli musulmani sono decisi a liberarsi dal controllo degli stati uniti e dei loro lacché", a dirlo é stato Seyyed Ahmed Khatami, che ha guidato la preghiera di venerdì scorso a Teheran; le sue dichiarazioni sono state raccolte e diffuse dall'Agenzia Mehr.
Dopo la cacciata del tiranno di Tunisi Ben Ali i tre paesi che sono stati scossi da rivolte e sommovimenti popolari sono stati Egitto, Giordania e Yemen, i tre più importanti alleati degli Usa nella regione; non sono stati la Siria, né la Turchia né l'Iran a scendere in piazza, ma proprio ed esattamente i paesi più sottomessi all'influenza politica ed economica della Casa Bianca e del Consenso di Washington (ambedue agenzie degli interessi israeliani e sionisti).
Khatami, che guidava la preghiera davanti al pubblico radunato all'Università della capitale persiana ha elaborato: "Oggi in Medio Oriente assistiamo alla nascita di un nuovo mondo che chiede la contemporanea presenza dell'Islam e della Democrazia, le due cose non sono in contrasto, come vorrebbero farci credere gli Stati Uniti e i loro lacché".
L'ex Shah di Persia Reza Palhavi in una foto dell'esilio, poche settimane prima della morte. |
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