venerdì 7 gennaio 2011
Povero Dahlan! Abbas gli assesta un uno-due micidiale e lo manda al tappeto
Povero Mohammed Dahlan, voleva diventare "califfo al posto del califfo" ma, proprio come l'Iznogoud di Goscinny e Tabary, é andato incontro a una sconfitta dietro l'altra, poco dopo essere rientrato in Cisgiordania dopo la sua debacle egiziana (quando una sua conferenza stampa era stata totalmente disertata dai media locali, che voleva usare come "trampolino" per la scalata ai piani nobili di Fatah) si é trovato nientemeno che indagato con l'accusa di avere architettato un Colpo di Stato, non sarebbe nemmeno il primo, visto il suo ruolo preminente nel fallito "golpe" contro Hamas che si é risolto con la sua sconfitta e il crollo dell'influenza di Fatah a Gaza, ma questa volta le conseguenze potrebbero essere ancora peggiori.
Adesso, privato delle due sinecure che ufficialmente amministrava (nelle commissioni Comunicazione e Cultura dell'Anp) e con la sua tessera di Fatah sospesa "a divinis", Dahlan deve affrontare un'inchiesta interna che é stata commissionata direttamente dall'ex Presidente dell'Anp, facente funzione dal gennaio 2009 in assenza di regolari elezioni, sulla cui poltrona é sospettato di aver messo gli occhi, innescando una serie di manovre palesi, ma anche occulte, per riuscire ad accaparrarsela.
Sembra che l'azione intrapresa contro Dahlan non sia una mera minaccia per riportarlo nei ranghi, uno show per spaventarlo, visto che avrebbe compreso l'arresto in massa dei suoi collaboratori, di suoi ex-uomini di quando guidava le forze di sicurezza di Fatah e perfino di alcuni suoi dipendenti, dopo la cacciata da Gaza, infatti, Dahlan si era riciclato come palazzinaro, investendo nell'edilizia soldi di provenienza non esattamente chiarissima (come il 40% di 'tributo' che ritirava personalmente dal varco di confine di Karni).
Infatti, tra le iniziative ordinate contro di lui da Abbas/Abu Mazen comprenderebbe vi sarebbe anche un accertamento finanziario. Per meglio prevenire qualunque contraccolpo mediatico un'emittente televisiva ritenuta vicina a Dahlan e alcuni fogli della carta stampata sono stati chiusi per ordine ufficiale di Fatah.
I commentatori arabi più ottimisti vedono l'azione intrapresa da Abbas come un colpo vibrato al rappresentante più filoisraeliano del partito, che si vantava addirittura di avere un "piano sicuro per distruggere Hamas e riprendere Gaza", alcuni si spingono a prevedere che da questa mossa possa prendere il via una nuova stagione di riconciliazione con la Resistenza musulmana che amministra Gaza (di cui Dahlan, per ovvi motivi personali era nemico acerrimo) e quindi una dichiarazione unilaterale di indipendenza della Palestina, altri, più realistici o pessimisti, lo considerano soltanto il colpo di testa di un Presidente di fatto ma privo di carisma e di verve che, a 75 anni suonati, ha fatto fuori un leader più giovane che non ha nascosto con la dovuta cautela l'ambizione di succedergli.
Non c'entra niente con il post, però volevo segnalarti questa vignetta che sta girando nei siti americani:
RispondiEliminahttp://img.allvoices.com/thumbs/image/609/609/69868613-flotilla-2011.jpg
Non sapevo che portare aiuti umanitari, cibo, medicine, sedie a rotelle, equivalesse ad incitare alla "distruzione" di un paese.
Madonna! Quel vignettista é uno dei più beceri filosionisti del web!
RispondiEliminaPurtroppo lo conosco bene...