mercoledì 26 gennaio 2011
Traballa anche il trono del "faraone", per Mubarak sta arrivando il capolinea?
Dozzine di migliaia di cittadini egiziani si sono riversati in strada durante la giornata di ieri domandando le immediate dimissioni del "Faraone" Hosni Mubarak, l'ultraottuagenario 'uomo forte' che da oltre trent'anni mantiene il paese sotto la morsa del suo clan, chiuso in una stretta opprimente fatta di repressione politica, corruzione dilagante, miseria diffusa, disoccupazione ed inflazione in rapida crescita.
Evidentemente ispirati dal successo dell'insurrezione tunisina che nel giro di pochi giorni é riuscita a spodestare il tiranno locale e ad avviare il paese sul promettente sentiero della democratizzazione gli abitanti del più popoloso stato arabo (oltre ottanta milioni di persone) non hanno voluto essere da meno e si sono dati appuntamento per le vie e nelle piazze al canto di "via Mubarak", "abbasso il Faraone" e "Gamal, dì a tuo padre che l'Egitto lo odia"; l'ultimo slogan chiama in causa il 'delfino' del satrapo locale, che molti analisti e osservatori ritengono già designato a una prossima successione, vista l'avanzata età del genitore.
Sotto l'asfissiante regime di Mubarak le manifestazioni "autorizzate" raccolgono alcune centinaia di partecipanti...quelle di ieri, totalmente spontanee, hanno portato in piazza oltre centomila persone fra Il Cairo e Alessandria. La polizia locale, una milizia approssimativamente equipaggiata e addestrata, reclutata fra i poveri "fellahin" dell'Alto Nilo, ha reagito con cariche di manganelli, cannoni ad acqua e massiccio uso di gas lacrimogeni, arrivando alla fine della giornata con tre morti fra i manifestanti e uno fra gli uomini in uniforme.
Nel paese tutte le connessioni a Twitter e Facebook sono state oscurate e anche i media tradizionali subiscono una fortissima censura, evidentemente nel tentativo di scoraggiare ulteriori raduni e proteste, con poco successo, visto che proprio in queste ore viene segnalato che piazza al-Tahrir, nella capitale, é nuovamente in mano alla folla.
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