martedì 15 febbraio 2011
Erekat, "negoziatore capo" di Fatah si é dimesso; sprezzante il commento della Jihad islamica
Fonti ufficiale di Fatah, la fazione al potere in Cisgiordania dal 2007, riportano che il "negoziatore capo" Saeb Erekat che rappresentava la cosiddetta 'Autorità nazionale palestinese' (dirottata da Fatah dopo il suo tentato Colpo di Stato contro Hamas) al tavolo di 'trattativa' con Israele, avrebbe presentato le proprie dimissioni. Come tutti sanno dopo il rilascio delle cosiddette "Palestine Papers" da parte del network giornalistico qatariano Al-Jazeera il ruolo di Erekat nei 'negoziati' era alquanto singolare: anziché cercare di strappare concessioni ai suoi antagonisti israeliani egli era incaricato di prevederne e prevenirne il minimo desiderio rinunciando via via a ogni pretesa rivendicazione palestinese, anche quelle sostenute in maniera più indiscutibile da decenni o addirittura secoli di giurisprudenza internazionale.
Sembra che, poco dopo lo scoppio dello scandalo dovuto a tale sensazionale 'scoop' Erekat sia stato persino indagato dalle autorità di Fatah, per capire se fosse stato coinvolto a qualunque titolo, per colpa o negligenza, nel passaggio delle riservatissime minute e trascrizioni delle sue 'sedute di trattativa' nelle mani dei reporter di Doha. Forse le dimissioni potrebbero essere legate a questa inchiesta interna, che potrebbe avere offeso o screditato il dignitario.
Il 'presidente' (col mandato scaduto da gennaio 2009) dell'Anp, Mahmud Abbas, non si é ancora pronunciato sull'accettazione delle dimissioni.
In compenso non si sono fatte attendere le reazioni al clamoroso gesto; in un comunicato della Jihad islamica il membro del Politburo Nafedh Azzam (a sinistra) ha commentato: "Le dimissioni di Saeb Erekat non ci hanno sorpreso, dopo le rivelazioni di Al-Jazeera e del Guardian la sua posizione era diventata, più che precaria, semplicemente intenibile. Siamo stati più sorpresi, invece, dall'annuncio delle cosiddette 'elezioni anticipate', con cui sembrerebbe che la cricca ai vertici di Fatah voglia provare a prevenire iniziative dirette della popolazione cisgiordana, che a malapena sopporta l'umiliante giogo impostole e guarda con speranza agli esempi delle rivolte vittoriose in Tunisia ed Egitto".
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