Il 'Centro studi Al-Jazeera', in cooperazione con l'associazione 'Middle East Monitor - Memo' e il 'Centro ricerche musulmano in Europa' (EMRC) hanno portato avanti uno studio congiunto nelle settimane tra gennaio e febbraio 2011 per valutare le modifiche e variazioni delle percezioni di Israele e dei Palestinesi nell'opinione pubblica europea; questo tema era stato affrontato per l'ultima volta nel 2003, quando i risultati scioccarono molti rappresentanti delle lobby filosioniste "a sei punte" rivelando che una consistente parte degli intervistati considerava Israele 'una minaccia alla pace'.
A quasi un decennio di distanza si può ben dire, guardando i risultati, che la generale ostilità dell'opinione pubblica europea verso lo Stato ebraico e le sue politiche aggressive, segregatorie e razziste non ha fatto altro che approfondirsi e definirsi, a dispetto di tutti i tentativi di "Hasbara" filo-sionista e nonostante i milioni di dollari sperperati per foraggiare blog, siti e 'gruppi di opinione' filo-israeliani.
Riassumento alcuni risultati della ricerca (scaricabile e consultabile nella sua completezza QUI e QUI), possiamo anticipare che:
- - Il 13 per cento degli oltre 7000 intervistati ritiene Israele "Il più grande pericolo odierno per la pace mondiale".
- - Il 34 per cento dagli interrogati ritiene che Israele non sia una vera democrazia.
- - Il 39 per cento ha dichiarato che considera la persecuzione israeliana dei Palestinesi come un fattore primario del clima di tensione fra occidente e mondo arabo.
- - Il 40 per cento degli intervistati pensa che l'esistenza della colonie ebraiche illegali sia il più grande ostacolo alla stipula di un solido trattato di pace e coesistenza tra ebrei e palestinesi.
- - Il 41 per cento degli intervistati pensa invece che il regime di segregazione e Apartheid sionista sia da indicare come causa primaria del collasso del 'processo di pace'.
- . Il 45 per cento dei soggetti interrogati ha dichiarato che Hamas dovrebbe essere 'parte integrante' del processo di pace.
- - Il 48 per cento degli intervistati ritene che Israele sfrutti per propri fini politici ed economici le passate persecuzioni patite dagli ebrei europei.
- - Esattamente la metà degli interrogati ritiene che criticare le politiche dello Stato ebraico non equivalga ad esprimere odio pregiudiziale contro gli Ebrei e il giudaismo.
- - Il 53 per cento dei soggetti ha definito "illegale" il blocco economico delle frontiere di Gaza.
- - Il 54% delle risposte affermano che Gerusalemme dovrebbe essere una città libera sotto controllo internazionale.
- - 58 persone su cento interpellate hanno rifiutato l'idea di cambiare le norme sulla giurisdizione internazionale per i crimini di guerra.
- - 60 intervistati su cento hanno definito "Un crimine di guerra" il 'pogrom' militare sionista contro la Striscia di Gaza.
- - 64 su cento invece sono stati coloro che hanno definito "criminale" l'attacco israeliano alla Mavi Marmara, dove perseo la vita più di 10 attivisti umanitari.
- - Il 65 per cento degli intervistati ritengono che Israele discrimini la propria popolazione a seconda di etnia, ceppo, razza, religione.
- - Il 67 per cento avverte l'influenza della lobby ebraica nella maggior parte della politica estera e anche interna del suo paese.
- Sette intervistati su 10 ritengono che la "Lobby a Sei Punte" influisca pesantemente sul discorso politico-mediatico, influenzando surrettiziamente la percezione del cosiddetto 'conflitto' israelo-palestinese.
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