Chi si rechi in questi giorni in una libreria fornita e voglia spendere 38 Euro a beneficio dei tipi di Bollati Boringhieri potrà, portandosi a casa il volume "Posseduti ed Esorcisti nel Mondo Ebraico", scritto da J.H. Chajes, scoprire come, per la tradizione ebraica, l'anima umana non sia omogenea e permanentemente legata al corpo, ma bensì 'frazionata' (in nefesh, ruah, neshama, ibbur e gilgul) e alquanto mobile tanto che, nelle preghiere di ringraziamento che l'uomo ebreo rivolge a Dio appena alzato (ringraziandolo rispettivamente di non essere nato servo, donna o 'goyim') vi é più di una traccia di antichi 'esorcisimi rituali' che si effettuavano proprio per scongiurare la possibilità che, nottetempo, in quell'intervallo di morte temporanea che é il sonno, l'anima (o meglio, una sua parte, più precisamente l'Ibbur) di un servo, di una donna o di un non-ebreo, avesse cercato asilo nel corpo del fedele.
Questa profonda convinzione nella 'mobilità' dell'anima umana e delle sue parti costitutive é probabilmente alla base del tumulto che si é scatenato recentemente nientemeno che nella Corte rabbinica per gli Affari finanziari di Gerusalemme, che secondo il rabbino fondamentalista Abraham Dov Levin é stata "invasa" da un cane 'reincarnazione' di un celebre avvocato (israeliano) irreligioso e bestemmiatore. Quando lo scorso mercoledì il cane (un randagio color sabbia che vediamo nella foto) si é infilato nella sala del tribunale religioso-finanziario (luogo quanto mai pio!) le scomposte reazioni dei presenti (ricordiamo che per i giudei osservanti il cane é animale 'impuro', forse perché non ricordano chi gli guardava le greggi quando erano popolo di pastori!) lo spinsero a fermarsi al centro della stanza, e a ringhiare nei confronti di quanti si avvicinavano per scacciarlo.
Tanto é bastato al 'rabbi' Dov Levin per "dedurre" che l'animale altri non era che la reincarnazione di un avvocato che, ferocemente anti-religioso e in rotta col tribunale per questioni di lavoro verso la fine degli anni '70 aveva improvvisato un 'sit-in' nella stessa sala, rifiutandosi di abbandonarla per diversi giorni. La dotta opinione del rabbi ha naturalmente convinto gli altri religiosi che, prontamente, hanno emesso una sentenza halakhica contro "l'immonda bestia", condannandola alla lapidazione. A quel punto bisognava trovare qualcuno disposto ad ammazzare il cane a sassate, prontamente trovato nei ragazzini ultraortodossi che normalmente vengono mandati a rompere a pietrate i vetri di case e serre palestinesi e, se capita, anche i parabrezza e i lunotti delle auto di quei 'senza dio' che si permettono di guidare di Shabbat (ovviamente mentre costoro sono alla guida).
Il cruento proposito é stato però reso vano dall'animale, che, forse consigliato dall'anima dell'avvocato che lo impregnava, sarebbe a quel punto riuscito a dileguarsi; nel frattempo, da quando il quotidano Yedioth Aronoth e il sito web ultra-religioso Hadrei Haredim hanno dato copertura e diffusione alla notizia, sono state le piccate e vibrate reazioni dei gruppi animalisti israeliani a far passare al rabbi Levin e ai suoi sodali dei brutti quarti d'ora, immaginiamo, con molta soddisfazione dell'avvocato miscredente e 'mangiapreti' e della sua reincarnazione canina.
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