venerdì 8 luglio 2011

Ahlam al-Tamimi continua con coraggio il proprio sciopero della fame!


Mentre nell'Occidente edonista e disperato i corpi femminili sono 'campi di battaglia' tra gli opposti battage delle industrie del cibo e del dimagrimento (gemelle siamesi di un dualismo perverso che ogni anno consegna migliaia di donne e ragazze ai tormenti fisici e psicologici dei disordini alimentari) nelle prigioni del Regime dell'Apartheid donne di caratura morale molto diversa si negano volontariamente il cibo come arma di protesta contro coloro che pensano di poterle privare della loro dignità umana.

Continua ad essere questo il caso della prigioniera politica Ahlam al-Tamimi, che, pur rimossa dall'isolamento con cui i carcerieri israeliani pensavano di piegarne lo spirito non ha tuttavia interrotto lo sciopero della fame, annunciando anzi che lo continuerà fino a quando non le sarà consentito di visitare il fidanzato Nizar al-Tamimi (a sua volta prigioniero politico, detenuto dal 1993 nella galera di Beersheba) e a quando non le sarà consentito di telefonare ai genitori, profughi in Giordania.

Raggiunto dalle notizie riguardanti la sua promessa sposa anche Nizar al-Tamimi é entrato in sciopero della fame. Una precedente voce secondo la quale la Tamimi avrebbe interrotto la propria misura di protesta una volta rilasciata dall'isolamento é da considerarsi falsa e destituita di fondamento, probabilmente messa in giro dai secondini sionisti nel tentativo di 'disinnescare' il circuito di solidarietà attivatosi tra la popolazione carceraria palestinese (oltre 7000 detenuti politici), specialmente quella dei membri e simpatizzanti di Hamas.
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