Mohammed Rezq Juneid, di appena 25 anni, é morto nel crollo del tunnel di approvvigionamento che, insieme ai suoi camerati delle Brigate Ezzedin al-Qassam, stava scavando nella località di Rafah, per garantire un costante afflusso di cibo, medicinali, carburante e altre provviste alla popolazione civile martoriata dall'assedio sionista che dura ormai da quattro anni.
Riporta il sito-web delle Brigate Qassam: "Nato nel campo profughi di Jabalyia, Juneid conosceva bene le sofferenze del popolo palestinese ed era determinato ad alleviarle tramite i suoi sforzi con le Brigate della Resistenza, la sua vita é giunta al termine dopo un brillante percorso di Jihad, duro lavoro e sacrificio. Il suo esempio sprona molti altri giovani palestinesi a intraprendere lo stesso cammino, con umiltà e dedizione".
Il tunnel a cui Juneid stava lavorando doveva sostituire quelli presi di mira dalla codarda aviazione israeliana nei raid dei giorni scorsi; la consapevolezza dell'urgenza e dell'estremo bisogno di rifornimenti che attanaglia la popolazione di Gaza ha spinto il giovane e i suoi compagni a lavorare senza eccessivi riguardi alla loro stessa sicurezza; in definitiva, quindi, si può ritenere il regime ebraico come diretto responsabile morale anche di questa morte.
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