Una imponente marcia con migliaia di partecipanti ha attraversato Amman nella giornata di ieri, subito dopo le preghiere del venerdì, in protesta contro i tentativi americani di sostenere e puntellare la monarchia del reuccio Abdallah contro le sempre più intense spinte per la riforma e la democratizzazione del paese; nelle ultime giornata da Washington erano arrivati messaggi di sostegno per Abdallah e il suo governo, che ne esaltavano la 'moderazione' e lo definivano 'leale e buon alleato degli Usa'.
"Non vogliamo le ingerenze di Washington e non prendiamo ordini dalla Casa Bianca" ha dichiarato l'attivista Mohannad Safyin ai microfoni dell'Associated Press "Questo é il nostro movimento, la nostra protesta, statene fuori, Obama, Miss Clinton, per anni i vostri predecessori hanno sostenuto ogni forma di tiranno arabo contro la volontà dei popoli: Saleh, Mubarak, Ben Ali e tanti altri, tutti si sono macchiati del sangue dei loro popoli, come Re Hussein nel 1970".
I manifestanti hanno chiesto le dimissioni immediate del Primo Ministro Marouf al-Bakhit e una seria e accurata indagine sugli attacchi ai giornalisti e ai reporter condotti durante un recente sit-in ad Amman. Recentemente il reuccio Abdallah ha 'promesso' che in futuro nominerà soltanto Primi Ministri sostenuti da una maggioranza parlamentare anziché scelti arbitrariamente da lui, come usuale costume; infatti nel reame dell'ottimo alleato dei 'democratici' Stati Uniti il Parlamento eletto, ma lo si definirebbe meglio chiamandolo 'Duma', non può opporsi alla nomina reale del Premier.
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