Centinaia di cittadini egiziani hanno tenuto nella giornata di ieri un sit-in di fronte all'ambasciata Usa al Cairo per chiedere l'immediato rilascio del chierico musulmano egiziano, Sceicco Omar Abdel Rahman dalle prigioni americane dove langue quasi da vent'anni. Rahman é stato accusato di essere stato "l'ispiratore" dell'attentato del 1993 al World Trade Center, peraltro anche attribuito alla rete terroristica internazionale di Osama Bin Laden ('Al Qaeda'). Delle due l'una, o l'attentato é stato 'ispirato' dalle prediche di Rahman (che fra l'altro, nella sua moschea, criticava la politica Usa ma non certo fino al punto di incitare terrorismo e/o attentati), oppure é stato frutto delle trame di un vasto gruppo ramificato internazionalmente come é sempre stata presentata Al Qaeda, le due proposizioni semplicemente non possono coesistere.
Il sit-in ha visto la partecipazione del figlio di Rahman, Ibrahim, che ha giurato di mantenere viva l'attenzione e la mobilitazione sul caso di suo padre, un handicappato di 74 anni coinvolto con un'accusa di comodo in una inchiesta condotta ben al di sotto degli standard di equità e giustizia che ci si aspetterebbe dalla 'Terra della Libertà' soltanto per fare un favore a Hosni Mubarak, burattino di Usa e Israele per oltre trent'anni al governo dell'Egitto, che veniva spesso aspramente criticato e stigmatizzato dallo Sceicco.
Rahman aveva più volte denunciato il corrotto regime di Mubarak, auspicando che il popolo egiziano sorgesse per rovesciarlo; cosa che é effettivamente successa, seppure diciotto anni dopo il suo imprigionamento. Con Mubarak a sua volta sotto processo per i crimini compiuti in tre decadi di regno é tempo che lo Sceicco Rahman torni libero e torni in patria, per ricevere il tributo del suo popolo, per la cui liberazione egli ha accettato l'ingiusta prigionia nelle galere americane.
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