A ulteriore dimostrazione che nell'Egitto di Piazza Tahrir non ci sono linee di divisione etniche o religiose, ma solo il discrimine politico di chi vuole dare compimento a una grande rivoluzione popolare e democratica e quanti invece cercano in tutti i modi di interrompere il flusso del cambiamento e mantenere il più possibile intatto l'iniquo vecchio regime, anche la Fratellanza Musulmana, il più grande e influente movimento politico e sociale del paese ha dato la sua interpretazione sui fatti di domenica, che hanno causato la morte di 25 persone, quasi tutti cristiani copti, nel quartiere cairota di Maspero.
"A causa dell'intervento di agenti provocatori e manipolatori, che possono essere stati benissimo egiziani, ma che certamente eseguivano ordini e desideri formulati all'estero, quella che doveva essere una manifestazione pacifica si é trasformata in un vero e proprio esperimento di contro-rivoluzione che, spargendo sangue cristiano, cerca di rallentare o addirittura bloccare la marcia del paese verso la libertà, la giustizia, la democrazia; per arrivare a questo obiettivo, le entità che hanno organizzato gli eventi di domenica sarebbero disposte persino a far precipitare il paese nella guerra civile".
L'Ufficio di Guida Politica dell'Ikhwan, inoltre, ha raccomandato, come antidoto a ogni complotto e trama destabilizzante, una sempre più spedita marcia verso le elezioni, affinché, con un rapido trasferimento dei poteri dalle autorità ad interim al popolo egiziano, tutte le componenti della società, tra cui ovviamente anche i cristiani copti, siano protette dalla Democrazia e non debbano più temere i colpi di coda di un regime corrotto che, non rispettando la Giustizia e non rispettando il suo popolo, approfittava a ogni piè sospinto delle divisioni presenti al suo interno, nel tentativo, esacerbandole, di rafforzarsi.
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