Una sezione del gasdotto che trasporta il metano egiziano in direzione della Giordania e dello Stato sionista dell'Apartheid é saltata in aria nel tredicesimo caso di attacco all'infrastruttura dal momento della cacciata del dittatore egiziano filosionista, Hosni Mubarak, nel febbraio dello scorso anno. Secondo i testimoni oculari l'attacco alle tubature sarebbe avvenuto nella zona di Massaeed, a Ovesti di Al-Arish e sarebbe stato portato con due diverse cariche esplosive che sarebbero brillate a poche decine di metri l'una dall'altra, probabilmente attivate con un comando a distanza.
A collocare le cariche sarebbero stati una mezza dozzina d'uomini che, secondo le testimonianze, sarebbero discesi da due camion pickup e vi sarebbero risaliti appena piazzati gli esplosivi. Pompieri e personale di sicurezza hanno impiegato un paio d'ore a contenere le fiamme e chiudere le valvole di sicurezza; era passata nemmeno una settimana dalla riattivazione delle stazioni di pompaggio dopo l'attentato esplosivo dello scorso 5 febbraio.
Gli attentati ormai si susseguono a cadenza poco più che mensile, di solito pochi giorni dopo che il gasdotto é stato rimesso in grado di funzionare. Secondo i più recenti sondaggi di opinione meno del dieci per cento dell'opinione pubblica egiziana é favorevole a continuare l'esportazione di gas metano verso il regime ebraico, anche quando questo acconsentisse a pagare prezzo di mercato per la materia prima che, in virtù degli iniqui e umilianti 'Accordi di Camp David', veniva implicitamente 'regalata' a Tel Aviv con grave danno per l'erario del Cairo.
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Accidenti che teste dure questi egiziani...
RispondiEliminaAh ah ah ah ah ah
Beh..visto che si tratta di una civiltà antichissima gli egiziani hanno una pazienza proverbiale e non mollano, per cui non vorrei essere al posto della tubazione .... i numeri sono un insieme infinito e dopo il 13 viene il 14 e cosi via.
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