Centinaia di studenti, diversi rappresentanti dell'ANC sudafricano, politici palestinesi, rappresentanti della società civile ed ex detenuti politici tra cui l'ex-Veterano di 33 anni di prigionia nelle galere sioniste, Nael Barghouti, si sono radunati presso l'Università Al-Quds, nel Centro Multimediale di Abu Dis, per sostenere Hana'a Shalabi, la coraggiosa e determinata giovane donna palestinese ormai alle soglie del 40esimo giorno di digiuno a oltranza per protestare contro la sua detenzione illegale.
Quindici studentesse e quaranta studenti maschi dell'Università hanno completato il loro quinto giorno di sciopero della fame in solidarietà con la Shalabi.
Nael Barghouti, famoso per avere passato più tempo di Sakharov, di Solzhenitsyn, dello stesso Nelson Mandela in prigione per le proprie idee ha reso omaggio alla determinazione della Shalabi, ricordando di essere entrato in sciopero della fame nel 1987, ma di esservi rimasto 'solo' venti giorni, un traguardo che la giovane Hana'a si sta preparando a doppiare: "Come ex-prigioniero politico posso immaginare le sofferenze di questa donna coraggiosa, é importante che gli studenti qui riuniti e tutti i Palestinesi cerchino di calarsi nei suoi panni e domandino la sua liberazione immediata".
Un portavoce dell'African National Congress ha ricordato le parole di Nelson Mandela secondo le quali "Noi sudafricani non saremo mai liberi fino a quando tutti i Palestinesi non saranno liberi", affermando che esse devono essere portate nei cuori e nelle menti di tutti coloro che hanno lottato contro l'Apartheid di Pretoria e di tutti quanti lottano e lotteranno contro quello di Tel Aviv. Il delegato si é quindi augurato che tutti i Palestinesi ancora detenuti nelle galere dell'entità di occupazione vengano presto rilasciati.
La manifestazione di solidarietà é stata organizzata dall'Unione dei Consigli di Abu Dis, secondo cui il raduno non é stato che il momento iniziale di una serie di rally e proteste che unificheranno e rafforzeranno la voce palestinese in sostegno di Hana'a Shalabi e degli altri prigionieri e prigioniere attualmente in sciopero della fame a oltranza.
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