La prigioniera politica palestinese Hana'a Shalabi, illegalmente ri-arrestata dal regime ebraico di occupazione dopo essere stata liberata lo scorso autunno é stata visitata da un'equipe clinica di "Medici per i Diritti Umani" accompagnata in prigione dalla sua legale Sheryn Iraki, notando, al ventiseiesimo giorno di sciopero della fame a oltranza, preoccupanti segni di deterioramento delle sue condizioni fisiche.
L'equipe guidata dal Dr. Metyal Nassar ha visitato la giovane detenuta, trovandola in gravi condizioni, con un ritmo cardiaco bassissimo, livelli di zucchero nel sangue preoccupantemente bassi, perseguitata da dolori e crampi, con un tono muscolare che dà già segni precoci di atrofia tali da impedirle di alzarsi in piedi senza aiuto. L'avvocato Iraki ha fatto registrare il referto medico e ha richiesto che venga messo agli atti.
La Shalabi, tuttavia, ha dichiarato di non voler interrompere il suo sciopero della fame e di essere pronta ad accettarne tutte le conseguenze, per gravi che possano rivelarsi. Lo sciopero della fame a oltranza é stato dichiarato dalla detenuta il 15 febbraio scorso e ha come obiettivo di segnalare all'opinione pubblica mediorientale e internazionale la persecuzione cui sono sottoposti dal regime di occupazione i detenuti politici palestinesi sottoposti alla 'detenzione amministrativa', reliquia dell'amministrazione mandataria britannica secondo la quale un prigioniero può venire tenuto in cella senza che lui o i suoi rappresentanti legali ne conoscano il perché.
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