giovedì 22 marzo 2012

Le forze del Presidente Assad sequestrano arsenale terrorista ad Hama, scoprendo anche laboratorio per esplosivi e autobomba in via di preparazione!


Le autorità siriane hanno confiscato una notevole quantità di armi e munizioni conservate in depositi segreti nella città occidentale di Hama, tradizionalmente asilo degli elementi più fanatici ed esaltati della setta sunnita, che già negli anni '80 era stata teatro di torbidi che avevano richiesto il massiccio intervento militare per essere placati. Ovvio che, nell'ambito del recente complotto imperialista e sionista che avrebbe dovuto portare al rovesciamento del Presidente Bashir Assad e alla sua sostituzione con un fantoccio filoamericano e filoisraeliano un "posto d'onore" era stato riservato a questa località, verso la quale sono stati indirizzati alcuni dei provocatori terroristi più scalmanati, in maniera che potessero interfacciarsi con network locali di estremisti di ispirazione wahabita, sensibili alla propaganda saudita e qatariota.

Nel comunicato stampa esteso dalle autorità si parla non solo di ingenti quantità di fucili d'assalto, fucili a pompa, mitragliatrici medie e pesanti, lanciagranate a razzo e vari tipi di bombe a mano, ma anche della scoperta e dello smantellamento di un vero e proprio laboratorio per la preparazione d'esplosivi e del sequestro di diversi veicoli quali auto e furgoncini, che i takfiri di Al-Qaeda, servi disponibili dell'imperialismo occidentale, si apprestavano evidentemente a trasformare in mezzi-bomba come quelli usati nei rabbiosi e inutili attentati scatenati recentemente, segno del senso di impotenza e frustrazione che si diffonde tra i loro ranghi mano a mano che il Governo di Assad recupera il controllo della situazione.

Questa operazione, insieme a quella recentemente portata a termine nella cittadina orientale di Deir al-Zour, sul confine con l'Irak, é un nuovo e significativo segnale di come la palla delle operazioni sia totalmente sfuggita agli insorgenti infiltrati e manipolati dall'Occidente, che di recente hanno anche lamentato come, a causa della continua stretta ai confini non solo da parte delle forze di Damasco ma anche grazie alla cooperazione di quelle libanesi, giordane, irakene, il flusso di rifornimento di armi e munizioni sia ormai praticamente strozzato, causando gravi problemi alle cellule di provocatori in Siria.
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