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venerdì 15 giugno 2012
La Corte Suprema egiziana scioglie il Parlamento con pretesti capziosi, il popolo insorge: "Vogliono rubarci la Rivoluzione!"
La Suprema Corte Costituzionale egiziana ha ordinato lo scioglimento del Parlamento eletto a novembre 2011 con le prime elezioni democratiche della storia del paese, adducendo motivazioni deboli e ipocrite, chiaramente 'suggerite' dai generali dello SCAF, la giunta militare guidata dal Maresciallo Tantawi che da oltre un anno cerca di impedire e limitare le necessarie trasformazioni di una società che vuole chiudere i conti con l'era Mubarak ed effettuare un profondo e accurato repulisti.
In pratica la Corte ha stabilito che le elezioni sarebbero da considerarsi irregolari per via del fatto che rappresentanti dei partiti politici avrebbero vinto seggi in teoria riservati a candidati 'indipendenti'. Ancora una volta assistiamo al tentativo di forze legate all'imperialismo Usa di 'cancellare' una elezione democratica il cui risultato 'scomodo' ha premiato l'Islam politico (il partito della Fratellanza Musulmana aveva ottenuto quasi il 50 per cento dei voti e i musulmani ortodossi di Al-Nour quasi il 30 per cento). In seguito al decreto della Corte lo SCAF ha dichiarato che annuncerà la costituzione di un'assemblea di 100 membri incaricata di scrivere una nuova Costituzione in luogo di quella a cui stava lavorando la commissione nominata dal Parlamento.
Aggiungendo al danno la beffa, la Corte ha anche respinto la legge di isolamento politico varata dal Parlamento per escludere dal ballottaggio presidenziale Ahmed Shafiq, l'ex-Premier nominato da Mubarak poco prima delle sue dimissioni. Immediatamente dopo il pronunciamento manifestanti si sono riuniti nel quartiere meridionale di Maadi, cantando slogan contro Shafiq e Tantawi e denunciando il pericolo di una contro-rivoluzione che annulli i passi verso la Democrazia fatti nell'ultimo anno. Intanto, dai primi risultati del voto degli egiziani all'estero, sembra che il candidato del Partito di Libertà e Giustizia, Mohammed Mursi, abbia ottenuto quasi l'80 per cento dei suffragi depositati presso consolati e ambasciate.
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