Il padre di Husam afferma che suo figlio stava prendendo parte alle manifestazioni internazionali per la "Giornata di Gerusalemme" e sventolava sopra la testa una bandiera palestinese quando l'auto dei suoi aguzzini si é fermata e gli otto individui lo hanno circonado, iniziando a picchiarlo a morte.
Il fatto che il popolo Bahreini, martirizzato e torturato da oltre un anno e mezzo per la sua insistenza nel chiedere riforme democratiche e la cacciata del tiranno Al-Khalifa e della sua corte, trovi anche il tempo per rispondere all'appello lanciato nel 1979 dall'Ayatollah Khomeini e di solidarizzare coi fratelli palestinesi dimostra come a Manama come a Gaza come a Nablus e Gerusalemme la lotta degli oppressi sia sempre la stessa lotta e come, non importa con quali prezzi e quali sacrifici, sia destinata a concludersi con il loro trionfo come già successo a Teheran, in Libano, in Tunisia e in Egitto.
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