Le autorità di Ankara hanno dovuto, obtorto collo, cedere all'evidenza e ammettere di fronte all'opinione pubblica mondiale che "nessun tipo di arma era trasportato dall'Airbus siriano". Tutti i passeggeri del volo e i membri dell'equipaggio sono stati lasciati liberi di riprendere la strada verso la loro destinazione. Sia le autorità di Damasco che quelle moscovite hanno duramente stigmatizzato l'accaduta parlando di "condotta inaccettabile" e "comportamento da sceriffi, compiuto grazie alla sicurezza della solidarietà NATO e americana".
I passeggeri, tra cui si trovavano anche diciassette persone di nazionalità russa, hanno riferito di maltrattamenti, minacce e abusi da parte turca, riferendo in particolare di avere visto i piloti "venire ammanettati come criminali". Si può considerare ormai morta e sepolta qualunque aspirazione turca neo-ottomana di prestigio e influenza nel Mondo Arabo e nel Medio Oriente; con i loro atteggiamenti Erdogan e Davutoglu hanno mostrato di non essere altro che l'ennesima incarnazione dei camerieri della NATO e dell'Occidente che troppo a lungo hanno dettato legge in un paese che si sente sempre meno rappresentato dall'AKP e dai suoi dirigenti.
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