Parlando durante un seminario tenutosi ieri nella Striscia di Gaza Zahar ha invitato Hamas a prendere sul serio le frequenti e ripetute minacce sioniste di un nuovo intervento armato contro Gaza, preparando le proprie brigate combattenti perché sia possibile ripetere l'exploit del 2008-2009 quando, sia pure con un costo orrendo in vittime civili dovuto alle barbare pratiche di combattimento sionaziste, la Resistenza armata non venne distrutta o piegata dalla famigerata operazione "Piombo Fuso", ma alla fine costrinse le truppe di Tel Aviv al ritiro.
Certo, quel risultato fu possibile soltanto con l'aiuto tecnico, tattico e materiale di Hezbollah, dell'Iran e della Siria di Assad; non pensiamo affatto che i corrotti sovrani Al-Saoud e Al-Thani possano rivelarsi altrettanto determinanti in una situazione di confronto armato, ma questo, per un oratore accorto e scaltro come Zahar, faceva evidentemente parte del messaggio, un ammonimento da leggersi, per così dire, 'tra le righe'. Zahar inoltre ha voluto commentare la recente questione del "Drone di Hezbollah", che ha lasciato con un palmo di naso la vantata difesa antiaerea sionista.
"Hezbollah, come sempre, conduce contro il nemico sionista una battaglia che non é soltanto militare ma anche politica e psicologica ed é in questo senso che bisogna interpretare il lancio del drone: un evento di portata storica che segnerà profondamente la leadership sionista, che ora sa di non essere più invulnerabile".
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