Ufficialmente i tre erano membri delle forze di polizia libiche (leggi: ex-miliziani della rivolta anti-Gheddafi passati rapidamente dai panni dei predoni guerriglieri a quelli dei 'poliziotti') che si sarebbero trovati nell'ex-capitale ottomana proprio per seguire 'corsi di addestramento' dai loro colleghi turchi.
Alcuni osservatori locali e commentatori, tuttavia, hanno azzardato l'ipotesi che i tre fossero 'ufficiali di collegamento' incaricati di gestire l'arrivo in turchia di estremisti wahabiti libici o transitanti per la Libia, in maniera da farli poi infiltrare in Siria attraverso il confine settentrionale. In questo caso sulla loro morte si potrebbero fare tutta una serie di più vaste e profonde ipotesi.
Non é la prima volta che la Turchia diventa campo di battaglia tra coloro che cercano di favorire e foraggiare la guerriglia terrorista in Siria e rappresentanti e alleati del Governo di Assad.
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