Nella giornata di ieri si é rischiata la vera e propria strage al Cairo quando due manifestazioni "parallele", l'una promossa dall'Ikhwan musulmana e sostenuta dalla sua propaggine politica, l'altra riconducibile ai partiti e ai movimenti di opposizione, sono venute in contatto davanti al palazzo cairota della Corte Suprema. Nel bailamme che ne é seguito si sono sentiti numerosi spari, si sono viste sassaiole da entrambe le parti e sono stati appiccati incendi a veicoli e a strutture, con un complessivo bilancio di oltre ottanta feriti.
Per fortuna non ci sono stati morti e tra gli accettati nei vari pronto soccorso della città ben sessantanove sono stati dimessi entro stamane; inoltre scontri di molto minore entità si sono registrati ad Alessandria e Daqahilyah, con bilanci di due ed un ferito rispettivamente.
Le proteste sono state scatenate dalla decisione di rimuovere dalla Procura Generale Abdel Meguid Mahmud e installare al suo posto Talaat Abdallah. Molti in Egitto vedono la Magistratura, fedele esecutrice delle volontà di Mubarak ai tempi dello Stato di Emergenza come l'ultimo bastione di uomini dell'ex-regime e anche la recente decisione di considerare scaduti i termini massimi di carcerazione preventiva per le accuse di complicità in omicidio é stata vista da molti cittadini egiziani come un 'favore' a Mubarak.
Bisogna notare però che, comunque, l'ex-'Faraone' non tornerà libero in conseguenza di tale verdetto, venendo trattenuto in carcere per le accuse di corruzione e malversazione.
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