Dobbiamo comunicare la notizia che Taher Halalhleh, militante della Jihad Islamica, coraggioso protagonista di uno sciopero della fame durato oltre 70 giorni che l'anno scorso gli é valso la liberazione dalla detenzione illegale nelle carceri del regime ebraico di occupazione, é stato nuovamente catturato dagli sbirri sionazisti dopo un violento "raid" nella sua casa cisgiordana di Ramallah.
Questo atto dà la cifra morale del regime di Tel Aviv: un interlocutore che con una mano libera dei prigionieri politici e con l'altra prepara le manette e le catene per ri-arrestarli, un vero e proprio REGNO DI GIUDA dove, come hanno dimostrato Hezbollah, la Jihad Islamica e Hamas (fino a quando ha scelto di lottare coerentemente) , per ottenerne concessioni o impegni duraturi bisogna giocoforza ricorrere al linguaggio delle armi e della Resistenza armata.
Appena liberato e ripresosi dallo stato di prostrazione in cui il lunghissimo digiuno l'aveva precipitato, Halalhleh si era da subito impegnato per tornare parte attiva del Movimento per la Jihad Islamica, fazione palestinese filoiraniana rimasta fedele all'Asse della Resistenza e alla prospettiva della lotta senza quartiere.
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