Continua l'operazione di "decapitazione" della dirigenza dell'Ikhwan egiziana da parte delle autorità controllate dalla giunta militare del Generale Al-Sisi, dopo che il processo per direttissima ai tre più alti dirigenti della Fratellanza (originariamente annunciato per domenica scorsa) é stato posticipato per le richieste del collegio di difesa degli imputati altri sessanta dirigenti di medio livello dell'organizzazione islamista sono stati arrestati nel corso di mercoledì 28 agosto, tra di loro il 23enne figlio di Khairat al-Shater (vice di Mohammed Badieh) e un congiunto di Mohamed el-Beltagi.
Intanto perde sempre più intensità la protesta di piazza, adesso che l'Ikhwan non ha più capi a coordinarla e a dirigerla, nella giornata di ieri solamente due vittime si sono registrate nella cittadina di provincia di Beni Suef, dove una piccola folla si é scontrata con le forze dell'ordine che hanno risposto sparando.
Rispetto alle centinaia di vittime che si sono registrate soltanto poche settimane fa, quando il tumulto seguito alla rimozione dal potere del tentennante, inefficace e supremamente impopolare Presidente Mohammed Mursi, la sensazione che il processo di 'normalizzazione' sia prevalente nel paese si fa via via sempre più forte.
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