Rubeen Abed Fares 30 anni, Yunis Jahjouh di 22 e il ventenne Jihad Aslan, sono gli ultimi martiri della Cisgiordania occupata, colpevoli solo di voler respingere un pattuglione di militari sionazisti che aveva invaso il miserabile campo profughi dove da decenni le loro famiglie sono costrette a vivere, un 'crimine' che il regime ebraico punisce con la morte.
Rubeen e Younis hanno avuto il torace sfondato dai proiettili al teflon ad alta penetrazione utilizzati normalmente dalle truppe sionaziste, ordigni disumani che lasciano fori d'uscita grossi come palle da baseball nei corpi umani, Jihad Aslan, invece é morto col cranio sfondato come un guscio d'uovo.
Immediatamente ogni iniziativa per la "ripresa dei colloqui" tra la fazione Fatah (che abusivamente occupa tutti i posti amministrativi dell'Anp nella West Bank) e il Governo di Tel Aviv é stata interrotta, persino gli 'askari' di Ramallah si sono resi conto che di fronte a una aggressione così plateale insistere per 'sedere al tavolo' coi rappresentanti sionazisti esporrebbe la fazione collaborazionista al disgusto e all'odio della popolazione cisgiordana in maniera ancora più netta e vibrata.
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