Ouday Ramadan é una di quelle persone che ci pregiamo di considerare amiche e compagne di impegno e di lotta pur avendo finora avuto contatti esclusivamente informatici (situazione che, siamo lieti di annunciare, cambierà il prossimo sei di ottobre). Pubblichiamo qui di seguito una sua riflessione sulle 'parti in gioco' in Egitto e sul rapporto tra quanto sta capitando attualmente nel Paese delle Piramidi e la crisi siriana.
Per capire cosa sta accadendo in Egitto bisogna vedere quello che accade in Siria.
In Siria esistono due falangi di terrorismo, la prima è Jabhat an-Nusra (sigla del qaedismo wahabita saudita) la seconda è il cosiddetto FSA - Esercito Libero (dipendente dalla Fratellanza Islamica siriana, che gode dell'appoggio turco-qatariota).
Domanda: come mai in Egitto si stanno scannando e in Siria sono alleati?
Per rispondere a questa domanda occorre capire alcune cose:
1- il regime saudita è in competizione con la fratellanza islamica per l'egemonia del mondo arabo;
2- il regime saudita avverte il pericolo della fratellanza islamica capace di penetrarsi dolcemente negli ambienti islamici attraverso una "modernizzazione" della società fondamentalista tramite la figura del principe dei fedeli ed il suo entourage chiamato Congresso di Consultazione.
Se volete è un lustro democratico di facciata che il regime saudita ripudia totalmente e teme il suo allargamento nei suoi ambienti. Trattasi di regime monarchico e despotico non tollera che il suo potere divino possa finire in mani che non sono le sue.
In Siria, il fronte appoggiato dai sauditi sbriga il lavoro sporco impegnando tutte le sue forze, mentre quello appoggiato dei turchi e del Qatar si sta risparmiando per essere pronto a governare il dopo Assad.
Alleati in Siria ma divisi in Egitto. Nulla di strano, la lotta è per l'egemonia fra i servi.
La posizione degli Usa.
Anche qui non si registra alcuna anomalia. Agli Usa non importa chi sarà il vincitore nella strategia del caos creativo.
Il ruolo politico degli Usa fra i contendenti si limita ad appoggiare segretamente il più forte e pubblicamente a esprimere parole di solidarietà al perdente.
Il perché?
Chiunque sarà il vincente, l'unica certezza è che le ricchezze del gas egiziano e quello del petrolio della penisola arabica è gestito esclusivamente dalle compagnie americane.
Cosa giova alla Siria in questa fase?
Qualsiasi aspra lotta fra i servi degli Usa è un passo verso la vittoria del Fronte Siriano Assadista.
Perciò, salafiti e fratelli musulmani scannatevi pure, in Egitto e altrove.
Grazie per la delucidante analisi.
RispondiEliminaW L'ASSE DELLA RESISTENZA
Certo che questo signore ha proprio le idee confuse. In egitto mica si stanno scannando salafiti e ikhwan, anzi...in egitto si stanno scannando gli ikhwan (sostenuti da qatar, turchia, hamas, tunisia e in parte anche iran) contro l'esercito laicista probabilmente ancora molto legato al vecchio regime di mubarak (sostenuto dai sauditi, bahrai, kuwait, UAE).
RispondiEliminaRiguardo alla siria dubito fortemente che vi sia una guerra aperta tra jabhat al nusra e gli altri salafiti contro l'khwan x il semplice motivo che la "brigata tawhid" (ovvero i fratelli musulmani) è ridotta praticamente a niente, inoltre i fratelli musulmani hanno perso anche il dominio sulla coalizione nazionale siriana, che ora è presieduta da un laico anti ikhwan appoggiato dall'arabia saudita. La gente come questo signor Ramadan deve mettersi in testa che il binomio arabia saudita-islamisti salafiti non esiste...il regime saudita non solo non tollera simili formazioni nel proprio territorio ma ha pure una fifa blu di questi islamisti (i sauditi infatti si stanno cagando sotto a causa dei numerosi estremisti che ora combattono in siria contro assad e che hanno minacciato di raggiungere e libarare la penisola arabica, l'egitto e la giordania perché governati da dei laicisti nemici dell'islam...ho visto pure un video in cui un salafita si dichiara apertamente a favore della "rivoluzione" in bahrain e in arabia saudita, pensate un po, sta gente preferisce stare dalla parte degli sciiti filo iraniani che dalla parte di sauditi, bahrain, UAE ecc.)