Dal sito-web degli amici di "Stato & Potenza" ci troviamo a 'prelevare' questo magnifico "pezzo" redatto da Alessandro Lattanzio che chiarisce molto bene le dinamiche che si stanno sviluppando in Libia, dove, una volta venuta a mancare la guida di Gheddafi il paese sembra sempre più sull'orlo dello sbriciolamento e del Caos.
A settembre, il Fezzan ha dichiarato l’autonomia da Tripoli. Qui solo la
tribù Aulyad Sulaiman aveva inizialmente sostenuto la “rivoluzione”,
per poi mettersi d’accordo con Tripoli, e sostenere il Colonnello. Il
resto delle tribù, Magrahi, Gheddafi, Varfala, Hasun e Tuareg sostennero
da subito la Jamahiriya. Tripoli e la maggior parte della Tripolitania
si oppongono alla semi-indipendenza del Fezzan. Le tribù in risposta
hanno ritirato i loro deputati dal parlamento, controllato dagli
islamisti di Misurata, e hanno annunciato la creazione del consiglio
tribale: il Forum Universale delle tribù del Paese, in sostanza un
governo parallelo. I battaglioni militari della Cirenaica hanno appena
giurato verso la nuova autorità della Federazione di Barqa e lo stesso
accadrà nel Fezzan. In Tripolitania, in diverse città si prepara la
ribellione, come a Bani Walid e a Tarhuna, e perfino in alcune zone di
Tripoli.
Il primo ministro A. Zaidan chiede a tutte le banche un credito di 9
milioni di dollari, per costruire l’esercito e tentare di riconquistare
le infrastrutture petrolifere da assegnare agli europei e agli
statunitensi.
La Cirenaica o Federazione di Barqa, proclamatasi autonoma, controlla
quasi tutto il petrolio, i depositi e le compagnie petrolifere locali,
così come i porti petroliferi dell’est della Libia, come Zuvaytina,
Braga, Sirte, Ras Lanuf e Tobruq, dove sono assenti le cosiddette forze
federali di Tripoli. Qui le milizie hanno tutte firmato la Dichiarazione
della Federazione di Barqa, guidata da Ibrahim Jadhran e da Sidiq
al-Gaithi, capo di stato maggiore ed ex-membro della LIFG islamista. La
Federazione di Barqa ha potuto creare la sua compagnia petrolifera in
contrasto con la National Oil Company di Tripoli. Mentre il
ministero delle Finanze, ad agosto aveva lanciato l’allarme per il
rischio di rimanere senza fondi entro la fine dell’anno, a causa
dell’esaurimento dei proventi delle esportazioni energetiche; anzi, le
autorità hanno dovuto persino iniziare ad importare combustibili. A
Bengasi, quindi, veniva annunciata la creazione dello Stato di Cirenaica
e la formazione del suo governo con un primo ministro, un viceprimo
ministro e 24 ministri. La nuova entità è una creazione
dell’ex-comandante della Guardia Petrolifera Ibrahim Jadhran, che aveva
fatto occupare i terminali petroliferi orientali e che, il 17 agosto
2013, era stato eletto a capo dell’Ufficio Politico del Consiglio della
Cirenaica che, a sua volta, ha nominato primo ministro Abdraba
Abdulhamid al-Barasi. Il Consiglio della Cirenaica aveva dichiarato che
il governo, che avrà sede a Baida, era stato formato dopo ampie
consultazioni con tutti i segmenti della società civile regionale. In
realtà, è solo un’emanazione della Fratellanza musulmana libica. La
Cirenaica sarà divisa in quattro province amministrative, Aghedabia,
Bengasi, Jebel Aqdar e Tobruq. Ogni provincia, che sarà diretta da una
squadra amministrativa di dieci elementi, sarà ulteriormente suddivisa
in municipalità. Il portavoce del governo centrale di Tripoli, Omar
Hemidan, aveva dichiarato che la ‘cosiddetta Regione della Cirenaica’ é
illegale.
Neanche le Forze Speciali Aeroportate della Brigata ‘Tuono‘,
dell’Esercito di Difesa Nazionale, erano più fedeli al governo, dato che
gli islamisti di Misurata, ignorando il parere dello Stato maggiore,
avevano destinato centinaia di milioni di dinari alla milizia islamista “Scudo della Libia“; ciò aveva spinto l’unità ‘Tuono’ a giurare fedeltà alla Federazione di Barqa. In particolare, Sirte è protetta dal 21.mo Battaglione blindato della Brigata ‘Tuono‘, che ha promesso di ripulire Sirte dai misuratini. Stessa cosa con il gruppo della Brigata ‘Tuono‘
di Niza Buqmad, inviato a Sabha per ricacciare i salafiti di Bengasi.
In definitiva, il Governo supporta gli islamisti, e le autorità locali e
federaliste della Cirenaica supportano la Brigata ‘Tuono‘.
Inoltre, i vari tentativi di riprendesi i porti petroliferi orientali
sono finiti in scontri armati, mentre i diversi tentativi di
riconquistare Ras Lanuf da parte dei misuratini sono falliti.
Ad agosto, si era svolta una battaglia tra zintani e berberi, presso Abu
Salim, dove i zintani erano riusciti, di notte, a distruggere una
dozzina di veicoli corazzati del nemico, ciò grazie agli RPG fornitigli
dall’EAU. Infatti, i varshifana e i zintani avevano saccheggiato i
depositi militari della Difesa, portandosi via decine di veicoli
militari, tra cui anche quelli appena consegnati dagli italiani. Le
tribù attaccano costantemente i depositi militari, ma i zintani, che
controllano Ghadamis, al confine con l’Algeria, sono gli unici che sono
riusciti ad accumulare un centinaio tra carri armati e blindati. “Qual
è la differenza tra le formiche e i zintani, le formiche portano a casa
la roba solo d’estate, i zintani d’estate e d’inverno.” Il
combustibile viene comprato dai miliziani presso ciò che resta della
raffineria in al-Zawiyah, che funziona a singhiozzo. In compenso la
tribù Magrahi ha tagliato i condotti dell’acqua diretti verso Tripoli,
allo scopo di ottenere il rilascio della figlia dell’ex capo
dell’intelligence libica al-Sanussi. Tripoli è rimasta paralizzata
dall’azione. A loro volta, i berberi di Nalut hanno chiuso il locale
giacimento di petrolio e gas, chiedendo che nella nuova Costituzione
appaia il tamazig come lingua ufficiale del Paese.
15 soldati sono stati uccisi e 6 feriti in un posto di blocco di
Rishrash, tra Tahruna e Bani Walid, per mano degli islamisti. Un paio di
mesi prima, i miliziani di Bani Walid e di Tarhuna si erano scontrati.
La ‘banda del 28 maggio‘, formata da rinnegati varfala
residenti a Bani Walid, aveva aggredito un’altra banda di Tarhuna, del
clan al-Najil. Infine presso Tarhuna, su richiesta dei residenti di
Tuzha, era arrivata come forza d’interposizione un’unità dell’esercito
nazionale composta da reclute varshifana di Tarhuna. Il colonnello
Buhulayga ha accusato del crimine gli islamisti di Misurata.
Una rivolta era scoppiata nella città di al-Humas, sulla costa, mentre a
Tripoli e Bengasi continuano attentati e scontri a fuoco, in rese dei
conti per spartirsi potere e risorse. Il capo della polizia militare di
Bengasi, Ahmad Barghuti veniva ucciso il 18 ottobre. A Misurata, Zuwarah
e Garyan sono state compiute pulizie etniche contro gli oppositori del
nuovo ‘governo’. Invece a Zintan, il clan Zamir e molti filo-gheddafiani
hanno scacciato gli islamisti.
In diverse parti del Paese continuano ad operare bande di terroristi,
preda di faide interne e che si scontrano con i miliziani locali che
difendono città come Zintan, Sabha, Bani Walid e intere provincie. Parte
di queste milizie sono formate dai combattenti della Resistenza Verde,
che difesero la Libia dai golpisti e dai mercenari stranieri nel 2011.
Infine, una riunione è stata organizzata dai leader di al-Qaida, a Jamayel, a circa 70 chilometri dal confine con la Tunisia, presso Zuwarah. Alla riunione hanno partecipato:
Abdul Hakim Belhadj, il governatore islamista di Tripoli;
Sulaiman Dawadi, rappresentante di Jamayel nella “Conferenza nazionale”;
Qilany, rappresentante di Zawiyah nella “Conferenza nazionale”;
Abu Obaida, rappresentante del cosiddetto Consiglio militare di Tripoli;
Abu Iyad, leader dell’organizzazione terroristica Ansar al-Sharia che opera in Tunisia assieme ad al-Qaida;
Presso Jamayel vi è la base di al-Qaida ‘Wattayah’, diretta da
Abdul Hakim Belhadj, dove vengono addestrati i mercenari provenienti
dalla Tunisia e da altri Paesi per poi operare in Siria, Tunisia,
Algeria, Egitto, Mali. Nella riunione si era discusso dell’incremento
delle attività in Tunisia, Egitto, Algeria ed Europa, e dell’invio di
nuovi gruppi terroristici e di armi in Siria attraverso la Turchia e la
Giordania. Inoltre, nel corso della riunione si era discusso del piano
per creare l’”Emirato islamico della Libia”, che dovrebbe estendersi nel
nord-ovest della Libia. Secondo le Nazioni Unite, negli ultimi 12 mesi,
con il sostegno finanziario del Qatar, al-Qaida ha inviato
duemila tonnellate di armi nel porto turco di Iskanderun, destinati ai
terroristi, tra cui sistemi missilistici antiaerei e armi chimiche. Oggi
l’Esercito arabo siriano combatte contro diecimila mercenari addestrati
nei campi di al-Qaida, sul territorio della ex-Jamahiriya libica.
Ai primi di novembre, una nave dell’ENI veniva assaltata nel porto di Mellitah dalla milizia berbera, che aveva occupato il terminal
petrolifero più importante dell’ENI in Libia, da cui passava il gas
proveniente dai giacimenti di Wafa e Bahr al-Salam diretto al gasdotto Greenstream
che collega Mellitah a Gela. Gli stessi miliziani già in precedenza
avevano attaccato il gasdotto di Wafa costringendo l’ENI a ridurre del
50% il flusso di gas da quel giacimento.
Visto che bravi gli americani .... anno mandati i polli francesi ,gli strà polli italioti a creare casino dove prendevano gli idrocarburi a duecento chilomerti ca casa loro e al prezzo che volevano loro, per poi dover andare a comperarlo in tanta malora al prezzo che ci impone l'opec(che sappiamo ben tutti chi comanda).Ma nn è un pò come spararsi sù un piede ... anzi sù tutti e due ... povero Scaroni ....
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