Il Premier di Bagdad Nouri al-Maliki ha denunciato come il suo paese si trovi praticamente in uno stato di guerra non dichiarata con i regimi saudita e qatariota che proseguono incuranti di ogni conseguenza a finanziare movimenti estremistici e terroristi a costo di fare arrivare militanti dal Marocco all'Afghanistan, dall'Europa, dalla Cecenia e dalle province centrasiatiche cinesi nel tentativo di destabilizzare la Mesopotamia secondo linee settarie.
"Arabia Saudita e Qatar stanno attaccando l'Irak e la Siria sia direttamente che indirettamente" ha detto Maliki, stigmatizzando le politiche irresponsabili di Doha e Riyadh; "Questi due paesi sono dietro alle attività settarie e terroriste che hanno richiesto misure estreme per il loro contenimento e il contrasto ai loro effetti nefasti", riferendosi alla imponente campagna militare in atto nella Provincia di Anbar da fine dicembre 2013.
Maliki ha accusato gli emiri sauditi e qatarioti non solo di sostenere con armi e denaro gli insorgenti estremisti, ma anche di dare loro visibilità e glorificarne le gesta coi loro canali di propaganda mediatica, come Al-Jazeera e Al-Arabiya; il Primo Ministro irakeno ha anche messo in guardia i suoi colleghi egiziani, libanesi e libici, avvertendo che Riyadh e Doha vogliono disputarsi le rispettive sfere di influenza anche su quei paesi e sono pronte a farlo a discapito di quanto sangue e sofferenza potranno riversare per le strade di Tripoli, Il Cairo, Alessandria e Beirut.
Sommando Iran, Iraq, Siria e Libano, si ha una massa critica tale da superare in armi convenzionali, tecnologia, popolazione, e PIL, qualsiasi accozzaglia saudita-qatariota-sionista. La vittoria è vicina.
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