A Bengasi, nella zona riconquistata dopo lunghi e sanguinosi combattimenti dalle forze congiunte del Governo in esilio da Tripoli e dalla milizia dell'Ex-Capo di SM di Gheddafi (il Generale Haftar), la vita é lentamente, parzialmente tornata normale: gli uffici pubblici sono nuovamente in funzione, le forze dell'ordine, parzialmente integrate da uomini dell'Esercito, hanno riaperto commissariati e caserme e compiono regolari pattugliamenti.
Tareq Kharaz, portavoce della Sicurezza bengasina, dichiara: "Stiamo compiendo normale servizio di ordine pubblico e anche lavoro investigativo, membri delle Forze Speciali dell'Esercito accompagneranno i nostri uomini fino a che non sarà recuperata la completa normalità".
Ovviamente la zona del porto rimane off-limits e si attende che una trattativa (o nella peggiore delle ipotesi una ultima spinta offensiva delle forze governative) riesca a restituirla alla piena operatività. Con le banchine e i moli bloccati l'approvvigionamento di beni essenziali per la cittadinanza non può avvenire.
Anche per questo molti profughi che si sono allontanati dal centro abitato durante i combattimenti non hanno ancora fatto ritorno alle loro case, senza porto il capoluogo della Cirenaica é comunque una città mutilata.
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