Nella mente stravolta degli "Imperialisti da Basso Impero" a stelle e strisce e in quelle ristrette e asfittiche dei loro lacché europei non esiste più lo spazio per coltivare l'idea e la pratica della antica, onorata arte della Diplomazia, nata quando nel Levante e in Mesopotamia sorsero Ur, Uruk, Lagash, Eridu e i loro sovrani, principi e sacerdoti, iniziarono a incontrarsi in pace per vergare accordi e patti su tavole di argilla.
Adesso nella paranoia occidentalista esiste solo la resa incondizionata o sconnesse minacce di sanzioni, agitar di sciabole spuntate e arrugginite e fiumi maleodoranti di propaganda mediatica con cui cercare di imporre le proprie volontà a Stati, Nazioni e Culture troppo orgogliose e solide per poterle mai accettare.
Dove sopravvive e fiorisce l'arte della Diplomazia (insieme a tante altre 'arti' dimenticate e disperse nell'arido panorama di decadenza europea) é a Mosca, la Terza Roma che alla potenza delle sue armi, alla forza della sua gente accompagna anche la suasione dolce, il potere morbido della trattativa e dell'accordo, nei Tempi di Putin e Lavrov come in quelli di Kosighin e Gromyko, o in quelli di Alessandro I e Nesselrode.
Arriva contemporaneamente dalla capitale russa e da quella siriana per bocca di personalità come Bouthaina Shaabani e Aleksandr Lukashevic la notizia che sarà proprio sulle rive della Moscova che si terranno gli incontri decisivi per la 'soluzione politica' della situazione siriana: dopo i meeting ginevrini, caratterizzati dalle asinesche pretese di Usa ed Europa fanaticamente fissati sulle (impossibili e irricevibili) 'Dimissioni di Assad', adesso con la situazione militare totalmente volta a favore del Governo legittimo, gli 'oppositori moderati' (i meno scemi dei quali si sono resi conto di aver giocato il ruolo delle marionette della NATO e del GCC e non vogliono affatto 'finire nel fuoco' una volta inutili) si sono decisi a venire a miti consigli e lo faranno proprio 'a casa' del più grande alleato e sponsor di Assad, senza il cui benedetto intervento, forse ormai la Siria sarebbe un calderone di caos e violenza come la Libia.
Molti dei nostri lettori più "sanguigni" si chiederanno perché mai il Presidente Assad, legittimato dai voti del suo popolo e dal sangue dei martiri che si sono immolati sui campi di battaglia perché la Siria viva anche domani, dovrebbe sprecare il tempo dei suoi collaboratori inviando una delegazione a trattare con personaggi come il tardivo ravveduto Moaz Qatib ebbene noi invece vi anticipiamo che la conferenza a Mosca si farà, che Damasco parteciperà coi suoi rappresentanti di punta e che accordi verranno stretti anche con quanti tre anni fa innalzarono la bandiera dei servi e cercarono con menzogne e sangue di strappare la libertà ai Siriani.
Questo perché, politicamente, un accordo con la ridicola "opposizione moderata" dei fuoriusciti venduti come Qatib toglierà argomenti a Obama e al suo probabile successore Bush Jr. II (la vendetta della famiglia degli scemi, roba che 'Non Aprite quella Porta' era 'The Sound of Music') la 'scusa' di bombardare Damasco per conto e a nome di questi figuri.
E questo é negli interessi della Siria e dei Siriani.
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