WbhEnergy, piccola compagnia del Texas, con la sede nella capitale Austin, poco prima del week-end ha invocato la protezione della legge sui fallimenti. Motivazione della bancarotta é stata indicata nel fatto che il gruppo non poteva reggere il continuo ribasso dei prezzi petroliferi, come asserito dall'analista di Robert W. Baird and Company di nome Daniel Katzenberg.
Solamente alcuni mesi fa, quindi ben prima che si scatenasse la corsa al ribasso del prezzo medio del barile petrolifero, alcune società del settore 'shale oil', specializzate cioé nella 'fratturazione idraulica' (= fracking) di rocce intersperse di pseudo-petrolio per ricavarne il 'succo' e rivenderlo come petrolio ('sporchissimo', inquinantissimo e molto costoso) risultavano spendere un decimo del loro fatturato soltanto per pagare gli interessi nei confronti dei loro creditori, visto che quasi tutte sono state costituite a suon di mutui e 'puffi' (scusate il genovesismo, vuol dire a debito) da investitori ansiosi di infilarsi nel settore dell'energia con poco o punto coinvolgimento dei grossi gruppi degli idrocarburi, dubbiosi di fronte a questa tecnica che dai suoi cantori veniva magnificata come la 'pallottola d'argento' contro la cronica fame energetica a stelle e strisce.
Per società tanto sull'orlo del baratro, possiamo ben immaginare che il precipitare del costo del greggio rappresenti una vera e propria condanna a morte, proprio come é già successo a WbhEnergy. Tra l'altro a differenza di un estrattore "normale" di petrolio il 'fracker' non ha nemmeno l'opzione di limitare l'output e conservare il giacimento per un domani in cui, sperabilmente, il prezzo sia più alto giacché per le particolarità tecniche dell'iniezione idraulica essa nel momento stesso in cui viene interrotta decreta la "morte" del giacimento che poi non potrà mai più venire ripreso, quindi nel precipizio universale del prezzo del barile causato dalla super-offerta i fracker sono costretti a mantenere il loro output estrattivo costante (l'unica cosa che possono fare é non 'aprire' giacimenti nuovi), contribuendo col volume della loro offerta al generale trend negativo.
Nelle nostre analisi evidenziavamo fin da subito come la prima vittima del tentativo di attacco 'petrolifero' degli Usa contro Mosca, Caracas e Teheran sarebbe stata, ben prima delle economie dei paesi anti-imperialisti, la cagionevole e tossicchiante industria Usa dello shale oil...fa molto piacere, come sempre, vedere le proprie profezie confermate dai fatti...speriamo quanto prima di vedere fiumi di inchiostro rosso scorrere sui libri contabili dei fracker a stelle e strisce!
Senza cadere nell'ambientalismo da 2 soldi, ma estrarre il petrolio da scisto è 10 volte più inquinante rispetto al greggio normale: è un cantiere a cielo aperto che si sposta una volta al mese, pompando nelle falde dei solventi che rimangono poi nel terreno! alcuni stati americani hanno già proibito l'estrazione per i danni provocati. Federico
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