Ho avuto il piacere di tradurre per gli amici di "Stato e Potenza" un nuovo, brillantissimo pezzo di Luc Michel; visto il successo di 'click' ottenuto dai precedenti scritti dello studioso francese ho pensato di proporlo anche sulle pagine del blog. I numerosi 'colpi di coda' dell'imperialismo americano in tutto il globo (Irak, Ucraina, Siria, Venezuela) sembrano scollegati e incoerenti, ma hanno in realtà una loro perversa logica: studiare il modo di pensare 'neomachiavellico' dei Kissinger, dei Brezinski, dei Friedman, ci dà importanti strumenti per prevenire, contrastare e vincere la tentacolare minaccia a stelle e strisce.
“Riuscire a imparare dal proprio nemico è allo stesso tempo un dovere e un onore”
- Brig. Gen. Karl Haushofer, fondatore della Geopolitica e padre del concetto di ‘Blocco Continentale’
Riproduzione, grazie alla gentile concessione di STRATFOR, di certe analisi geopolitiche e geostrategiche del principale gruppo americano di insegnamento privato e analisi strategica.
STRATFOR iscrive la sua opera nella linea incontestabile della ‘Scuola Neomachiavellica Americana”(1) (vedansi le analisi di Raymond ARON), iniziata con James BURNHAM (autore di “Machiavellici, o, difensori della libertà” e del manifesto geopolitico americano “La lotta per il mondo”, uscito nel 1943 e nel 1946 in traduzione francese col titolo “Per il dominio mondiale”), continuata poi da figure come Henry KISSINGER e Zbigniew BREZINSKI (vedasi il suo libro “Il grande scacchiere”).
Vuol dire dare uno sguardo a un’analisi geopolitica rigorosa, quasi scientifica, distaccata da rozzi ideologismi e passioni politiche volgari. Questo metodo scientifico, si noti, é lo stesso che ci sforziamo di applicare nella nostra scuola di geopolitica (2). Ugualmente, si vedrà come nonostante tutto l’ideologismo messianista yankee del ‘Destino Manifesto’, tornerà sovente alla carica. Dal momento che Washington si trova ora a dettare l’agenda politico-militare a buona parte del mondo, diviene indispensabile conoscere le basi di analisi e le chiavi di lettura delle sue elites. E non dimentichiamo mai che queste analisi e queste letture vengono condotte invariabilmente col vantaggio esclusivo degli Stati Uniti d’America (o meglio, della loro classe dominante) come unica ‘Stella Polare’ dell’intero processo (3).
- I -
STRATFOR, “Un centro studi e una società privata di insegnamento a livello mondiale, fornisce ai giornalisti e agli analisti una nuova comprensione degli eventi mondiali d’importanza geopolitica”. Questa é l’auto-presentazione che la stessa società offre ai suoi potenziali discenti (e clienti), affermando che “La nostra prospettiva associa insegnamenti e analisi per donare una migliore comprensione di quel che sta dietro agli eventi, basandosi sui punti entro cui prevedere quel che avverrà nelle settimane e nei mesi venturi” (Anche da qui fa capolino l’ossessione tutta americana sul presente e sul futuro a brevissimo termine -NdT-); “STRATFOR é editore del primo piano mondiale di insegnamenti geopolitici. La nostra equipe mondiale di professionisti dell’insegnamento offre ai nostri membri uno scorcio degli sviluppi politici, economici e militari che permetterà loro di ridurre i rischi, identificare le opportunità, e restare al corrente degli avvenimenti mondiali”.
La STRATegic FORecasting Inc. (questa infatti l’origine del militaresco acronimo) é, alla realtà dei fatti, un’impresa privata basata in Texas, che raccoglie insegnamenti e informazioni per società pubbliche e private americane ma anche straniere. In ragione delle proprie analisi e delle proprie previsioni, che pubblicizza come sempre precise e sempre ‘al corrente’ degli ultimi trend politici ed economici, STRATFOR “serve sovente da fonte per i media e continua a fornire degli aggiornamenti quotidiani e delle interviste a esperti per gli outlet locali, nazionali e internazionali d’informazione”. STRATFOR “fornisce informazioni pubblicate e un servizio di insegnamenti personalizzati per esigenze particolari, imprese internazionali e servizi governativi su scaa mondiale. La lista dei clienti di STRATFOR é segreta, ma la lista di coloro che pubblicano annunci pubblicitari tramite STRATFOR comprende molte società inserite nella lista “Fortune 500″ e almeno altrettanti organismi governativi internazionali. I professionisti dell’insegnamento che operano per STRATFOR intervengono regolarmente a seminari e simposi internazionali come esperti e sono attivamente ricercati dai mass-media”.
STRATFOR é stata citata da media come la CNN, Bloomberg, l’Associate Press, la Reuters, il New York Times la BBC come “Un’autorità indiscussa sulle questioni tattico-strategiche”. STRATFOR inoltre é stata demonizzata da alcuni sostenitori di tesi complottiste che la descrivono come una “CIA ancora più segreta”. Evidentemente quanti sostengono queste tesi non sanno che la società opera i propri insegnamenti esclusivamente con informazioni disponibili al libero pubblico”. STRATFOR é stata oggetto nel 2001 di un articolo di prima pagina su BARRON’S intitolato “La CIA dell’Ombra” (Johnatan R. Laing).
Di origine ebreo-ungherese, George FRIEDMAN é Presidente e fondatore (nel 1996), dell’agenzia di insegnamento privato STRATFOR, nonché l’autore del volume “I PROSSIMI CENTO ANNI” (4). Rimarchevolmente, FRIEDMAN afferma che: “Gli Stati Uniti, ben lungi dall’essere sul punto del declino – non hanno che solamente iniziato il percorso della loro ascesa”. Ancora nel 2009, sul New York Times egli dichiarava: “La potenza navale é oggigiorno ancora centrale e tutt’altro che anacronistica, anche nel XXI Secolo e, visto che l’America controlla contemporaneamente l’Atlantico e il Pacifico, la sua potenza dominante a livello mondiale é assoluta e garantita”. Nel suo “I PROSSIMI CENTO ANNI”, FRIEDMAN afferma ugualmente: “Col passare del tempo l’ordine geopolitico potrà ancora cambiare, l’Epoca Americana avrà anche fine. Può essere, ma piuttosto, che la potenza americana vada a diminuire, ma, certamente, non in questo secolo!” (Friedman scriveva nel 2009 -NdT-).
- II -
L’asse principale della Weltanschauung friedmaniana (e per estensione, di quella di STRATFOR) é che a partire dal 2008 il mondo sia cambiato entrando in una nuova era della geopolitica. “Quest’anno (il 2008, appunto) ha ridefinito il sistema geopolitico mondiale, aprendo la porta a un risorgimento della potenza russa e intensificando la frammentazione dell’Europa e le debolezze intrinseche della NATO […] dopo l’estate del 2008 non é più “en vogue” parlare di Europa, né della NATO come un’alleanza in grado di funzionare efficacemente, e sembra che nel futuro gli Stati-nazione saranno obsoleti, ma, di fatto, é esattamente il contrario”, scrive FRIEDMAN.
Questa nuova era della geopolitica risulta da due fattori principali:
“Da una parte la Depressione generata dalla Crisi del 2008, che ha dato un primo colpo d’arresto ai processi di globalizzazione e segna il ritorno alla ribalta proprio di quegli Stati-nazione prematuramente definiti ‘obsoleti’ da frettolosi analisti: “Poco dopo aver dato l’idea di essere in agonia lo Stato-nazione ruggì nuovamente in maniera poderosa, tornando violentemente in vita”.
“Dall’altro lato la resurrezione della Russia come grande potenza mondiale (con la guerra sud-osseta e la lezione inflitta a Georgia e NATO ebbe termine il periodo di ‘aggiustamento’ iniziato con la salita al potere di Putin)”.
“Riguardo al moto ‘pendolare’ che si é avuto nel 2008, esso in realtà é stato doppio e si é articolato intorno a due date: il 7 agosto e l’11 ottobre”, analizza FRIEDMAN nel suo saggio ‘Il ritorno dello stato nazione’, pubblicato nel Rapporto Informativo Geopolitico STRATFOR del 27 ottobre 2008.
“Il 7 agosto l’Esercito georgiano attaccava la ‘sua’ (virgolettato nel testo) regione separatista sudosseta. L’8 le truppe russe replicavano invadendo la Georgia. La risposta occidentale fu, essenzialmente, retorica. Durante il week-end dell11 ottobre, i paesi del G7 si riunirono a Washington al fine di pianificare una risposta congiunta alla crisi finanziaria mondiale.
Piuttosto che definire un piano congiunto ci si accontentò dell’opzione minore di lasciare ogni paese libero di agire per salvare il proprio sistema finanziario seguendo la falsariga di una serie di linee direttive decise grossomodo di comune accordo. Gli eventi del 7 agosto e dell’11 ottobre sono legati tra di loro e per le conseguenze che hanno generato. Gli uni e gli altri hanno dimostrato la debolezza delle istituzioni sovranazionali e hanno riconfermato il primato dello Stato-nazione o, più precisamente, della Nazione E dello Stato. Insieme questi due avvenimenti hanno rappresentato delle sfide che si profilano come molto più impegnative di quelle affrontate in Afghanistan e Irak”.
Questa nuova era geopolitica é contraddistinta dalla doppia frattura avvenuta sia all’interno della NATO tra Usa e paesi europei e anche tra i paesi europei stessi all’interno dell’UE. La crisi ucraina scoppiata dal 2014 ha riconfermato la bontà di questa lettura. Anche se gli Usa fanno di tutto per prendere il sopravvento sull’Europa, dalle campagna di fango contro il passato di alcuni politici europei, fino alle cosiddette ‘rivoluzioni colorate’ (come quella in costante ‘sommovimento’ in Ungheria contro il Governo Orban).
Una divisione che mette in pericolo l’avvenire della NATO é anche quella all’interno dell’UE, dice FRIEDMAN: “La guerra russo-georgiana ha sollevato profonde questioni riguardo all’avvenire delle alleanze militari multilaterali (tipo la NATO). Ogni paese membro ha fatto riferimento ai propri interessi nazionali e ha condotto la sua propria politica estera, spesso in contrasto con quella degli ‘alleati’. Questo garantisce che su qualunque crisi futura si assisterà a un drammatico ‘scollamento’ tra Usa ed Europei (i cui interessi nazionali sono tutto meno che comuni) ma anche tra Europei ed Europei.
Se uno non poteva più dire dopo l’otto agosto 2008 che la NATO funzionasse o perlomeno che funzionasse bene, altrettanto chiaro era che gli Europei non esistevano affatto, se non come singoli Stati-nazione che agivano indivdualmente […] il che ha dimostrato in termini politico militari la Guerra per la Sud Ossetia, lo ha fatto in termini economici la crisi finanziaria. Il sistema di Bretton-Woods creato dopo la Seconda Guerra Mondiale, pur modificato molte volte, questa volta si é praticamente disintegrato, o meglio, la Crisi ha creato situazioni per le quali esso non era più utile e non riusciva più a fronteggiarne le conseguenze. A quel punto, avendo constatato che mancava l’accordo per costruire un nuovo consenso sulla finanza internazionale, divenne evidente che nessun’altra soluzione era possibile se non quella di agire individualmente, come nazioni.
La nuova politica di potenza di Berlino, che si proietta fuori dalla diplomazia dell’UE verso la Mitteleuropa, l’Ucraina o anche timidamente verso l’Africa, dimostra bene che “Gli Europei non esistono effettivamente se non come Stati-nazione individuali”(5).
III
E’ in Eurasia che la nuova era si contraddistingue con la più grande inversione a U, lo scacco subito dall’UE, una sconfitta che Jean THIRIART (6) (padre del concetto di “Grande Europa”) aveva previsto fin dalla metà degli anni ’60 – e il ritorno della Russia come grande potenza continentale e mondiale grazie al governo di Vladimir Putin (una resurrezione che negli anni ’90 nessuno avrebbe considerato probabile e forse nemmeno possibile) si sono aggiunte alle conseguenze della Crisi e hanno modificato gli equilibri sul continente. “Questo anno (il 2008 -NdT-) ha ridefinito il sistema geopolitico mondiale, aprendo la porta a una resurrezione della potenza russa e mostrando quanto frammentata e incerta sia la cosiddetta ‘Unione Europea’. La più importante manifestazione di questo fenomeno si vede confrontando la debolezza della seconda con la prima. Di fronte alla rinnovata potenza russa l’Europa si restringe nei ranghi, ma anche allora non inizia ad agire in maniera unificata. Dopo l’estate 2008 non é più in voga parlare di Europa come unica entità, né della NATO come un’alleanza funzionale e nemmeno di un mondo senza Stati-nazione”.
FRIEDMAN ricorda il ruolo geopolitico centrale della Russia sia verso l’Europa che verso l’Asia, un ruolo che la rende chiave della dominazione mondiale: “Noi dobbiamo insistere sul fatto che l’importanza della potenza russa risiede in questo: dal fatto che la Russia occupa (e domina) il centro dell’Eurasia, da cui é in grado di effettuare potenti pressioni sull’Europa. La Russia unita all’Europa é una forza mondiale inarrestabile. Un’Europa ostile o quantomeno resistente alla Russia -e qui inizia la problematica analizzata dalla nostra scuola geopolitica ‘Eurosovietica’ all’inizio degli anni ’80- definisce l’insieme di un sistema mondiale (7). Una Russia frammentata apre la porta ad altri problemi geopolitici. Una Russia unita e potente monopolizza la scena mondiale”.
Infine, FRIEDMAN annuncia lo scacco definitivo, la sconfitta dell’UNIONE EUROPEA, lontano dalle visioni ottimiste degli Euro-burocrati secondo i quali il successo di questa sgangherata ‘Unione’ (che non ha confederato, federato e tanto meno unito niente di niente) sarebbe stato un orizzonte inevitabile e assicurato. Egli evoca un’UE ridotta a un “accordo per dirimere le questioni economiche europee” e nel suo “I PROSSIMI CENTO ANNI”, ne vede la Fine, l’Uscita dalla Storia, come piccolo insieme ridotto ormai a una dozzina di membri o poco meno, sottoposti nei fatti ai diktat e alle imposizioni di Berlino.
Egli aggiunge a proposito dell’UE nel 2008 che: “La sua burocrazia basata a Bruxelles ha aumentato via via la sua autorità e la sua efficacia lungo tutto il decennio precedente ma il suo problema di fondo é che essa é stata sempre un’istituzione prevista per gestire scenari di crescita e prosperità (visto il pervicace rifiuto fin dalle sue origini nell’Europa Comunitaria di anche solo considerare la possibilità di conflitti o di uso della forza armata). Una volta confrontata con una seria avversità (la crisi), quest’istituzione é rimasta ‘congelata’, rimettendo i poteri agli Stati membri […] in fin dei conti, non é certo l’astratta entità ‘Europa’ a detenere il potere, ma piuttosto l’insieme dei paesi membri presi individualmente. Non é Bruxelles a dettare la musica per le decisioni prese a Strasburgo; i centri di potere (plurale d’obbligo) sono a Berlino, Londra, Parigi, Roma, più o meno in quest’ordine, e via via nelle altre capitali europee. Il potere incombe agli Stati, i quali governano le nazioni. O, per essere più precisi, le due crisi gemelle hanno messo in evidenza il fatto che il potere non aveva mai lasciato le capitali storiche”. Concludendo: “la frammentazione soggiacente dell’Europa impedisce di trattarla seriamente com un attore univoco” e l’atteggiamento egoistico della Germania rispetto alla crisi greca é ricco e vasto esempio in proposito.
Sette anni più tardi le predizioni di FRIEDMAN che qui abbiamo condiviso, sono ancora in corso di realizzazione e dimostrano come leggere STRATFOR, significhi proprio lasciare che sia il nostro stesso nemico a insegnarci qualcosa.
Note:
(1) Il pensiero di Machiavelli é a buon diritto ritenuto come fondamento della filosofia politica moderna. Un pensiero politico sbarazzatosi dalle pastoie teologiche e moralizzanti per attenersi alla realtà effettiva delle cose. L’influenza di Machiavelli é evidente sui sociologi e filosofi del Diciannovesimo e Ventesimo secolo che si sono consacrati alla comprensione del ruolo politico delle elites come Roberto Michels, Benedetto Croce, Vilfredo Pareto e Jean Thiriart, o ancora l’americano James Burnham.
Bisogna ovviamente prendere gli insegnamenti de “IL PRINCIPE” in senso generale: Machiavelli ci dona una teoria generica della classe dirigente: come formarla, reclustarla, distinguere coloro che sono adatti a farne parte.
(2) Cfr. Karel HUYBRECHTS : “Alla confluenza delle due grandi correnti, la scuola Neomachiavellica (che unisce la scienza politica di Machiavelli e la sociologia di Pareto, Michels etc…) e del Marxismo-Leninismo, Luc Michel conduce un’analisi fredda, spassionata, senza cadere nelle pieghe dell’ideologia, della propaganda o della storia partigiana”.
In anticipazione: LUC MICHEL ET L’ANALYSE PROSPECTIVE GEOPOLITIQUE,
(3) Cfr. Luc MICHEL, THEORIES DE L’IMPERIALISME AMERICAIN : LA REPONSE DES PEUPLES, CONFÉRENCE AU “YOUTH CAMP FOR GREEN, PEACE AND ALTERNATIVE MOVEMENTS”
(ALLEMAGNE, JUILLET 2001),
(4) Georges FRIEDMAN, THE NEXT 100 YEARS: A FORECAST FOR THE 21ST CENTURY (2009). Doubleday, ISBN 0-385-51705-X.
(5) Cfr. EODE-TV/ LE GRAND JEU. AU CŒUR DE LA GEOPOLITIQUE MONDIALE: LA GRANDE-ALLEMAGNE DE RETOUR /PARTIE 1. UNE MENACE POUR L’EUROPE ?
Concezione e Direzione Luc MICHEL /
Coproduzione Luc MICHEL – EODE-TV – Afrique Media.
Video completo su EODE-TV : https://vimeo.com/119400138
(6) Cfr. Luc MICHEL, “CONCEPTIONS GEOPOLITIQUES DE JEAN THIRIART : LE THEORICIEN DE LA NOUVELLE ROME”,
CYCLE DE CONFERENCES “JEAN THIRIART : L’HOMME, LE MILITANT ET L’ŒUVRE”, organisé par l'”Institut d’Etudes Jean Thiriart” et l’ “Ecole des Cadres Jean Thiriart” (Départements de l’Asbl “Association Transnationale des Amis de Jean Thiriart”),
(7) All’inizio degli anni ’80 THIRIART fonda con José QUADRADO COSTA e col sottoscritto la “Scuola di Geopolitica Eurosovietcia”, prona a una unificazione continentale da Reykjavik a Vladivostok sul tema dell’ “Impero Eurosovietico” e sulla base di criteri geopolitici.
Teorico dell’Europa unita, THIRIART é stato largamente studiato negli Stati Uniti, in istituti universitari come l’Istituto Hoover o l’Ambassador College di Pasadina, che prepararono fondi d’archivio che lo riguardavano. Da questi sono tratte, in senso contrario, le tesi riprese largamente in senso favorevole agli Usa da Zbignew Brezinski; le tesi elaborate da THIRIART, ovviamente, erano state concepite per l’unità del blocco continentale eurasiatico.
Vedasi: José CUADRADO COSTA, Luc MICHEL et Jean THIRIART, TEXTES EURO-SOVIETIQUES, Ed. MACHIAVEL, 2 vol. Charleroi, 1984
Personalmente ho letto i machiavellians di Burhnam, le memorie di Kissinger e la grande scacchiera di Zibi......l'unica che abbia un certo valore, benchè piena di omissioni e manipolazioni, è la seconda.
RispondiEliminaZibi e Burnham sono importanti solo perchè rispecchiano il pensiero della classe dirigente angloamericana. I testi però sono scialbi e scontati e testimoniano la storica arretratezza della cultura (Kultur) americana.
Federico
Ha kahani un indirizzò mail dove possa contattarla nei prossimi giorni? Grazie federico
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