Dopo l'annuncio della liberazione (dopo oltre un anno e mezzo di sequestro) del diplomatico iraniano Noor Ahmad Nikbahkt nella comunità politica della Repubblica Islamica si é sviluppato un vivace dibattito sulle circostanze del suo rilascio. Posto che ogni corrente e fazione politica é felice e lieta della sua liberazione, alcune di esse hanno domandato se detta liberazione non sia stata ottenuta "ricompensando" i suoi rapitori, cosa che potrebbe incoraggiare una ripetizione dell'atto o spingere altri gruppi criminali ad azioni simili.
In un paese di Arlecchini e Pulcinella come l'Italia, che plaude alla liberazione di troiette come le due 'cooperanti' rimaste in vacanza coi loro amici terroristi e tornate ingrassate di vari chili (e almeno una, a quanto pare, anche ingravidata), può sembrare strana questa polemica, ma nei paesi seri, che hanno una politica estera autonoma e coerente, essa é una preoccupazione legittima.
Pronta é arrivata la risposta di Seyyed Mahmoud Alavi, Ministro dell'Intelligence della Repubblica Islamica, il quale, assicurando che la liberazione di Nikbahkt non ha in nessun modo 'ricompensato' gruppi terroristi, ha allo stesso tempo dichiarato che alcune spese 'ineludibili' connesse con il suo rilascio sono comunque state contenute al massimo.
Questo potrebbe voler dire che Nikbahkt, più che da estremisti wahabiti, che forse lo avrebber ucciso per odio agli Sciiti e per guadagnare 'credito' nella galassia degli estremisti a libro paga di Riyadh e Doha, si trovasse piuttosto in mano a banditi comuni, ben più interessati a un riscatto pecuniario piuttosto che a qualunque considerazione settaria.
Il ministro dell' intelligence ha detto che questo biliz sarebbe unico nel mondo, blize dei USA in yemen nn andata buon fine, se vi ricordate.
RispondiEliminaVv la vittoria
sicuramente le hanno sodomizzate le due amichette dell'ISIS e la cosa che più mi spiace...è che hanno anche goduto.
RispondiEliminaFederico