Attualmente le forze aeree irakene comprendono poco più di 20 jet e poco meno di 100 elicotteri in grado di effettuare missioni di combattimento: stiamo parlando di sette F-16, una dozzina di Su-25, due Aero-159, quarantadue Mi-35, quindici Mi-28, trenta Mi-17 e pochissimi Sa342 Gazelle.
Eppure questi 120 mezzi aerei, che allineano sopravvissuti della Guerra Fredda a pochi mezzi realmente moderni hanno compiuto esattamente il 60 per cento delle incursioni effettuate contro i terroristi takfiri dell'ISIS.
La pleonastica ed elefantiaca "coalizione" di oltre 60 paesi apparentemente guidata dagli USA non solo ha compiuto pochissime missioni aeree sulla Mesopotamia, ma spesso e volentieri ha lanciato munizioni e rifornimenti sulle posizioni dell'ISIS (anziché bombardarle) e invece ha colpito e inflitto gravi perdite alle milizie popolari e alle forze armate irakene.
Il Premier irakeno Haider Abadi ha denunciato questo stato di cose in un discorso tenuto lo scorso sabato, sottolineando però che le forze del suo paese hanno bisogno di aiuto esterno per riportare risultati decisivi nella loro lotta contro i takfiri del Daash...una maniera nemmeno troppo velata di chiedere sostegno al vicino Iran e alla Russia, con cui Bagdad coopera già a numerosi livelli.
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