Dichiarazioni settarie e mirate a sostenere la narrativa terroristica dell'ISIS rilasciate dall'ambasciatore saudita a Bagdad Thamer al-Sabhan hanno scatenato la pronta, vibrante protesta del portavoce ufficiale delle Milizie di Mobilitazione Popolare, Ahmed al-Assadi, che in una dichiarazione rilasciata al canale satellitare Al-Sumeria ha chiesto ufficialmente la cacciata del rappresentante del regime wahabita.
Sabhan aveva sostenuto che dietro la creazione delle milizie popolari irakene vi fosse "un disegno settario e tribale mirato contro i Sunniti". Al-Assadi ha replicato che quanto settarie siano le milizie popolari il Saudita poteva chiederlo alle migliaia di Sunniti che si sono arruolati in esse per difendere le proprie case e le proprie famiglie a Ramadi, a Husaybah e in dozzine di altri centri e comunità, liberandone oltre 170.
Il portavoce della Mobilitazione Popolare ha anche aggiunto che l'estensore di simili commenti che offendono la memoria dei numerosi caduti che hanno sacrificato la vita per il futuro dell'Irak unito, pacifico e tollerante non dovrebbe godere di alcuna ospitalità e dovrebbe venire invitato ad abbandonare il paese quanto prima.
Più tardi il Ministero degli Esteri di Bagdad ha emesso una nota condannando le dichiarazioni del diplomatico saudita come "inaccurate e basate su falsi assunti, nonché inappropriate secondo il protocollo diplomatico".
i sauditi non sono di certo benvoluti in Irak, attualmente mandano avanti la politica del basso costo petrolio, sovvenzionano ISIS e fanno la guerra allo Yemen! Ci sono abbastanza argomenti per detestarli!
RispondiEliminaPurtroppo in questo momento storico si è creata una convergenza di interessi tra lo stato ebraico d'israele, il cartello di banche, anch'esse ebraiche, che governa l'occidente ed in primis gli usa determinandone i sodalizi e le politiche e infine i sauditi, assieme alle altre vetero monarchie del golfo e i turki, di conseguenza chi viene eletto come loro nemico si trova sotto attacco sia militarmente che finanziariamente, non ultimi anche noi masse popolari dell'occidente.
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