Non é facile stare nel 'califfato' di questi tempi; con roccaforti stabilite come Qurayteen e Palmyra che crollano miseramente e altre come Arak e Sukhanah che sono sempre più nel mirino delle forze siriane, con gli irakeni che avanzano sia verso Khan Baghdadi che Mosul e coi proventi del contrabbando di petrolio quasi a secco.
Per mantenere la disciplina i caporioni del 'Daash' devono ricorrere a mezzi sempre più estremi come le esecuzioni di massa di chi ha ordinato o guidato ritirate di fronte al nemico.
Sorte che é toccata a ventun comandanti che sono stati fucilati alla nuca a Raqqa (capoluogo dell'ISIS in Siria), pochi giorni dopo che 45 semplici militanti avevano subito la stessa sorte.
Ormai però non si contano più le fughe e le diserzioni, resesi più frequenti dopo che la paga dei militanti é stata dimezzata.
Prima o poi deve accadere.
RispondiEliminaI takfiri, attratti da facile gloria, soldi e vergini, se ne ritornano nelle loro nazioni di origine.
Meglio fatti fuori dai tagliagole che mantenuti nelle nostre galere, dove sarebbero diretti.
Federico
Pensa quanto sono pezzenti queste scimmie. Devono resistere per mantenere le posizioni,poi morire. Almeno ai morti di fame di fsa hanno promesso che interverebbero nel caso in qui ci fosse bisogno,questi devono solo perire poco alla volta. Vi hanno anche dimezzato lo stipendio,cosa apettate a scappare,brutti infami peggio dei sionisti. Sarete carne da macello! alla sconfitta passeranno tutti dalla parte di nusra,ma rimaranno sempre e cmq dei captagon zombie. Viva la Siria! ci riprenderemo il Golan.
Eliminahttps://www.youtube.com/watch?v=zu9ChtO1rrI
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