mercoledì 28 dicembre 2016
Russia e Turchia, dialogando seriamente, trovano accordo per tregua in tutta la Siria!
E' bastato escludere dall' equazione-Siria gli Usa, partner fortissimamente votato alla causa dell'eliminazione fisica o politica di Assad, perché, con tutte le diffidenti precauzioni del caso, Mosca e Ankara (col concorso iraniano) trovassero una bozza di accordo per una tregua in Siria che potrebbe dare una svolta decisiva al conflitto.
Non sono scoppiate improvvise "simpatie" o "alleanze" tra la Repubblica Federale Russa e Recep Erdogan; coloro che sono abituati a figurarsi le relazioni internazionali come l'estensione a vari livelli di magnitudine delle liti familiari o delle beghe tra colleghi d'ufficio potranno avere problemi a capirlo ma chi abbia un minimo d'infarinatura di Affari Internazionali sa benissimo che perché due Stati trovino intesa tutto ciò che serve è una comunanza (o complementarità) d'interessi e la volontà politica di comporre una questione.
L'aspirante Sultano neo-ottomano non sarà mai un alleato di Vladimir Putin ma al contrario degli inquilini della Casa Bianca (perlomeno fino ad Obama, aspettiamo Trump alla prova dei fatti) Vladimir Vladimirovich non è interessato a piazzare suoi fantocci e/o esecutori in tutto il Vicino Oriente.
Ai Russi basta neutralizzare tramite accordi una porzione significativa delle forze terroriste in maniera che le forze limitate già schierate in Siria provino la loro efficacia contro nemici ridotti praticamente ai soli ISIS e Jabhat al.-Nusra.
Ai Turchi, a meno che non vogliano impelagarsi in un Afghanistan sui Monti Zagros non conviene più tenere truppe stanziate tra Eufrate e confine siro-turco.
I Curdi da parte loro hanno capito che con la partenza di Obama da Washington il flusso copioso di armi e finanziamenti USA si interromperà e che solo le armi dell'Esercito Arabo Siriano possono tenerli sicuri contro interventi e ingerenze turche.
La bozza di tregua prevede che coloro che si sono dati ad attività armata anti-governative potranno riabbracciare i loro cari previo il giudizio di un'apposita corte mentre per gli altri si aprirebbe l'alternativa di poter venire fatti uscire dai confini con procedure non ancora discusse.
La Turchia garantirà un cospicuo indebolimento dei gruppi takfiri in Siria con la chiusura del varco di confine di Al-Bab, finora canale preferenziale per fare entrare armi, soldi ed equipagggiamenti. Non conosciamo le clausole russo-turche di questa 'intesa cordiale' ma é ipotizzabile che la posta del gasdotto Turkish Stream e eventuali forniture militari potrebbero fare parte di una contropartita .
Oltretutto Ankara è fortemente interessata ad acquistare il sistema antiaereo a lungo raggio russo S-400, e ci sarebbero a tal proposito trattative in corso.
RispondiEliminaSe putin vende ai turchi sistema che potrebbe essere usato contro aerei russi, nonché smontato e analizzato consentendo contromisure elettroniche, è un idiota
EliminaNon è così semplice. E tu credi che Putin è un idiota, sopratutto su una questione così delicata?. Bisogna poi vedere quale versione verrebbe venduta, in caso di esito positivo delle trattative. Di centro non vendono le loro versioni di punta. Comunque l'S-500 è ormai una realtà, anche se deve ancora entrare in servizio, e un sistema ancora più prestante è già a un buon punto di progettazione. Un pò come l'S-300; ci sono numerose versioni.
EliminaNon credo che quell'animale di Erdogan (a meno che non sia in gravissime difficoltà interne) tenga fede agli accordi. Non vorrei che si trattasse di un ennesimo cessate il fuoco, che ridarà vigore a gruppuscoli di terroristi filo-ottomani.
RispondiEliminaA Erdogan interessa solo il potere e se è vero che la soffiata del golpe contro di lui è stata data dai Russi, avrà fatto due conti e capito che è meglio avere Putin dalla sua
RispondiEliminaintanto intorno a Palmira succede anche questo? già finita la Reconquista dei caproni?
RispondiEliminahttps://southfront.org/syrian-war-report-december-28-2016-govt-deploys-10000-strong-force-for-avdance-on-palmyra/
The Syrian military has continued to deploy reinforcements to the battlefront against ISIS terrorists near the Tyas Airbase in the province of Homs. Pro-government sources say that the government is set use a 10,000-strong offensive force led by the Tiger Forces, the Desert Hawks Brigade and Hezbollah in the expected military operation to retake the ancient city of Palmyra. While local sources confirm the fact of deployment of additional fighters, it’s hard to expect that a major-scale military operation to retake Palmyra can be started in the nearest future. Most likely this will be a goal for 2017.
il resto dell'articolo leggetevelo...
Erdogan è un farabutto e giocatore delle tre tavolette!
RispondiEliminaSono anni che sovvenziona e manda armi a tutti coloro che vogliono abbattere Assad,e questo penso che nessuno possa negarlo! Adesso ha capito che con i suoi quattro carri armati non andrà da nessuna parte ed allora prova a salire sul carro del vincitore ( i Russi) sbraitando ( logico!) contro gli USA dei quali e alleato!
I russi ci provano,non hanno nulla da perdere a bloccare Erdogan e l-aiuto che Al Nusra riceve giornalmente dai turchi, uomini e mezzi.
Adesso sara interessante vedere come se la cavera Trump,mandare a quel paese Erdogan sarebbe troppo bello!
Aspetto il prox incontro con Putin!
Trump e' una incognita;Se da un lato dovrebbe cessare il supporto alle politiche russofobiche europee e alle
RispondiElimina"primavere"di vario tipo,e'filo-israeliano,anti iraniano e deciso ad avviare uno scontro con la Cina....Quindi la posizione di Putin non sara' semplice(ma del resto quando lo e' stata),perche'l'asse con la cina e' fondamentale in chiave futura,e lasciare mano libera ad eventuali azioni contro l'Iran vanificherebbe tutto il lavoro fatto fino ad ora...Speriamo che Vladimir sappia irretire il buon Donald ...!
ma dove hai letto che Trump sia " deciso" ad avviare uno scontro con la Cina?Chi lo obbliga a sfidare il dragone?
EliminaIl problema è che la Cina sta cercando di ampliare la sua area di influenza politica e commerciale nell'estremo oriente e gli USA unitamente al Giappone sta cercando di tamponarli.
Non è un problema da risolvere con le armi ma con l'astuzia!
Io la vedo così: prima ipotesi ritirare tutte le fazioni un po' per volta per la prossima candidatura del neo presidente degli USA, ma così facendo rinforzerà Assad e l'esercito siriano appoggiato dai sistemi russi in 4 anni post conflitto.
RispondiEliminaSeconda ipotesi, continuerà a fare buon viso a cattiva sorte (con i russi) cercando però di pugnalarli alle spalle nelle migliori occasioni di indebolimento cercando il momento più favorevole per rafforzare JaF.
Cmq mi chiedo se è uno smidollato o meno, Il presidente di Israele in confronto a lui si è espresso in maniera esaustiva!
la Turchia ha serii problemi economici [ vedi svalutazione della lira turca]e grossi problemi di consenso interno [repressi con arresti di massa], questi due fattori vanno sommati alla rivolta kurda....se non si considerano questi tre punti , seriamente ,Erdogan sara' sempre un'incognita.
RispondiEliminaSu La Stampa di oggi c'è un interessante (anche non so fino a che punto veritiero) articolo, secondo cui si sarebbero accordati per dividere le aree di influenza sulla Siria, escludendo l'Occidente e le petrolmonarchie: ai russi toccherebbe l'ovest, mediante il governo di Assas; ai Turchi il nord mediante l'FSA; l'est agli sciti (iraq ed iran). Previa eliminazione congiunta dei filo-sauditi ad Idlib, dell'Isis ad est e neutralizzazione delle spinte centrifughe dei curdi.
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