L'episodio che vi abbiamo segnalato ieri con un nostro articolo (quello della 'scomunica' della Moschea Statale qatariota intitolata al fondatore del wahabismo da parte di 200 cittadini sauditi presunti discendenti dello stesso) si inserisce in una più vasta "querelle" tra Riyadh e Doha, che come sempre ha ben poco a fare con la religione (persino con quella versione snaturata ed eretica che é il wahabismo) e molto con le politiche di egemonia e potere nel Golfo Persico e nel mondo arabo.
Infatti i Sauditi sono furibondi per ripetuti gesti distensivi e di apertura del Qatar (nella foto: il suo Ministro degli Esteri) verso l'Iran, che recentemente é stato definito dall'Emiro qatariota Tamim al-Thani "Una grande potenza del Mondo Islamico"e "un fattore stabilizzante nella regione".
Non bisogna fidarsi degli scorpioni e dei serpenti a sonagli, ma forse (forse) il nuovo Emiro si é stancato di foraggiare terroristi in Irak e in Siria che non hanno concluso niente (ricordiamo che i "sogni di gloria" tramite il sostegno alle primavere arabe, alla fratellanza musulmana e all'ISIS erano stati concepiti dal suo predecessore).
L'Arabia Saudita, che "incendierebbe il mondo" per veder bruciare l'Iran, ovviamente non può tollerare tale atteggiamento conciliante, da ciò gli attacchi a tutto campo contro il Qatar.
Questo fatto beninteso non rende di una iota migliore il Qatar di quanto non fosse in precedenza...ma almeno dimostra che il ruo tiranno regnante ha più senso comune e percenzione della realtà dei rimbecilliti principi sauditi.
Buona notizia.
RispondiEliminaMeglio sarebbe che oltre agli stracci incominciassero a volare pallottole.
I serpenti non cambiano la loro natura, semplici manovre di comodo
RispondiEliminainvece per me è molto di più che una semplice manovra di comodo.. è la prima crepa nella diga. gli Hal Thani hanno capito che hanno perso. totalmente. sia in siria che in Yemen. si stanno smarcando dalla dinastia che ha i giorni contati: i saud. hanno capito che l'asse della resistenza è mille volte più 'solido': in siria e iraq hanno peerso alla grande, e perdere non significa "va be, ci riproveremo", significa avere di fronte il tuo nemico mille volte più forte di prima. compatto, motivato, addestrato, selezionato, e con la forza di chi ha vinto, nel giusto! dopo una aggressione infame. Tutti i paesi 'fragili' hanno i giorni contati: arabia saudita, qatar, UAE, e udite udite Israele! nessun paese come loro è conscio del fatto di esistere solo sul sopruso, sulla violazione della legge, sulla prevaricazione sistematica. con embarghi, sanzioni e sgambetti vari, hanno creato coloro che li cancelleranno dalla storia. vedremo come, vedremo quando. ma questo succederà.
EliminaResipiscenza cagionata dai calci nel sedere presi dai propri lacchè ciabattari in Siria, o scabrosa manovretta diversiva?
RispondiElimina