Ormai gli Usa sono totalmente "esclusi dal circuito" delle relazioni e delle iniziative anti-terrorismo che avvengono da Beirut a Teheran.
Uno degli indicatori di tale sconfitta strategica (si tenga conto che nel piano del "Nuovo Secolo Americano" gli Usa avrebbero dovuto occupare e controllare l'Irak "eternamente" come risultato della loro invasione del 2003) arriva anche dalla conferma che lo 'sconfinamento' in Siria di aerei irakeni, iniziato pochi giorni fa, continua a ripetersi, segno che, lungi dall'essere un episodio isolato, esso indica un programma di lungo periodo che avvicina sempre di più Damasco e Bagdad, sotto gli auspici dell'Asse della Resistenza.
Inoltre fonti affidabili ci informano che non sono più solo i vecchi F-16 consegnati da Obama a Bagdad a compiere le incursioni, ma anche i molto più affidabili e letali Su-25 e gli elicotteri Mi-28 russi.
Il ripetersi delle incursioni dimostra che mentre le forze siriane si occupano prevalentemente dei terroristi rimasti nella parte occidentale del paese, gli Irakeni vogliono prevenire qualunque 'resurrezione' dei rimasugli dell'ISIS rimasti nei deserti orientali della Siria, impegnandosi direttamente nel loro inseguimento e nella loro distruzione.
Gli F-16 mi ricordano le stampanti a getto d'inchiostro, costano "poco" ma le cartucce sono care, poi se non fai quello che ti dicono allora niente cartucce
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