martedì 15 gennaio 2019
Siria e Iran ribadiscono il loro impegno a costruire relazioni bilaterali "strategiche" sempre più solide e profonde!
Gli sforzi di Usa e israhell per 'contenere' l'Iran e ostacolare l'Asse della Resistenza non stanno portando ad alcun risultato.
Anzi, stanno convincendo sempre di più Libano, Siria, Irak e Iran che la via per la sovranità e l'autonomia può essere solo perseguita nella cornice di una sempre più stretta alleanza, che potrebbe sfociare nella costituzione di un vero e proprio "blocco".
Il Presidente siriano e il Presidente della Commissione per la Sicurezza Nazionale e l'Estero del Parlamento iraniano, Heshmatollah Falahatpisheh, hanno espresso la ferma determinazione dei due Paesi a continuare a sviluppare le proprie storiche relazioni strategiche per servire gli interessi delle due nazioni in vari campi.
Il presidente siriano Bashar al-Assad ha tenuto colloqui lunedì con l'ospite iraniano e la sua delegazione d'accompagnamento, lo ha riferito l'agenzia di stampa ufficiale siriana SANA.
Durante l'incontro, Assad ha affermato che le relazioni tra Damasco e Teheran sono sempre state basate su principi morali e sul rispetto della volontà delle due nazioni di determinare il proprio destino e costruire il loro futuro senza alcuna interferenza straniera.
Ha aggiunto che un simile approccio ha contribuito all'indipendenza delle due nazioni.
Il presidente siriano ha anche sottolineato la necessità di prendere i legami di Teheran-Damasco come base per la creazione di una più ampia rete di relazioni, specialmente con paesi che concordano con la Siria e l'Iran in questo approccio.
Da parte sua, Falahatpisheh ha detto che Iran e Siria hanno una posizione forte nella regione grazie al loro radicato patrimonio culturale.
Tuttavia, alcuni paesi sono in piedi su un terreno instabile, perché hanno adottato politiche immorali in violazione del diritto internazionale, sia usando il terrorismo come strumento per servire i loro interessi, sia imponendo sanzioni ai paesi che non sono d'accordo con loro.
Il quadro si va evolvendo rapidamente verso la costituzione di una ritrovata unità araba. Sembra proprio che la vittoria al terrorismo porterà all'apertura di un nuovo fronte che vede nelle Monarchie del Golfo e in Israele quell’intreccio di interessi i cui fili sono tenuti dalla NATO e dall'imperialismo americano. Uno scontro che potrebbe portare a una ridefinizione del Vicino Oriente all’insegna della rinascita del panarabismo e del partito Baath. La Repubblica Araba Siriana potrebbe riacquistare il ruolo di vettore rivoluzionario, socialista e nazionale, e risvegliare negli egiziani, come forse sta già accadendo, quella che è stata la rivoluzione nasseriana. Con l'Egitto il fronte della resistenza si rafforza enormemente, sia per il contributo militare che può dare alla lotta al terrorismo, sia perché in quanto paese a maggioranza sunnita, la sua adesione al fronte sciita vanifica i tentativi di nascondere una guerra di occupazione dietro la cortina dello “scontro confessionale” portando tutti i paesi arabi ad unirsi nell’opposizione all’imperialismo americano e al sionismo. Inoltre essendo da sempre un paese alleato dell'occidente può in questo senso, fare da traino anche per l’Europa. La mossa della richiesta del sostegno internazionale al fronte antiterrorista, fatta due anni fa, andava nella direzione di sollecitare l'Europa a rendere perlomeno più controversa l’azione della NATO. Una sollecitazione che andrebbe a unirsi a una simile tendenza sempre più manifesta nelle dichiarazioni di Trump, che almeno a parole vuole allentare la presa sull’Alleanza Atlantica. Cosa, in verità, abbastanza improbabile perché sposterebbe definitivamente gli equilibri internazionali a favore della Russia e di un possibile ordine internazionale multipolare. Per capirlo bisognerà tenere d’occhio le mosse dell’amministrazione americana. Resta il fatto che la centralità geopolitica siriana può fare di Damasco, oggi la prima sacca di resistenza al nuovo ordine mondiale, il fulcro per la costruzione di un fronte panarabo all’imperialismo e alla finanza internazionale che va a rafforzare quello sino-russo.
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